Il comico, prima infermiere, racconta la sua esperienza lavorativa nell’Ospedale di Legnano, mettendo in fila personaggi d’ogni tipo, dal medico pigro al paziente ansioso, dal solitario al coscienzioso. Ma nel romanzo c’è posto anche per la tenerezza verso chi soffre e spesso ha paura, e soprattutto per la riflessione sulla condizione umana che ci espone alla malattia e al dolore.
Le parole hanno la capacità evocativa e reale di farci entrare nella quotidianità ospedaliera, grande “scuola di umiltà”, oltre che di sopravvivenza e di dolore, tra “la tentazione più grossa (che è quella dell’indifferenza) e il tormento della sofferenza, a volte eccessiva”.
La vita, la malattia, la solitudine, il dolore. Le medicine e i cattivi odori, ma anche una parola di conforto o un’attenzione a volte fraterna verso il paziente. Le anomalie del vivere e del soffrire. Da bambini come da anziani. Tutto filtrato attraverso il sorriso agrodolce, oltre a un’empatia e soprattutto una pietas fuori dal comune.
Turno di notte
di Giacomo Poretti
Mondadori
17 euro