Cuneo – Lunedì 7 febbraio gli artigiani hanno invitato il presidente della Regione Alberto Cirio e tutti i parlamentari della Granda presso un cantiere edile a Marene in piazza Sinaglia alle 13,15 per chiedere un intervento sul bonus edilizia e riqualificazione energetica.
Confartigianato Cuneo chiede: “Occorre sbloccare immediatamente le restrizioni sulla cessione del credito. A rischio migliaia di imprese del settore costruzioni”. Bisogna ristabilire il meccanismo di cessione del credito, mettendo in campo azioni di controllo più efficaci sulle eventuali frodi, è la richiesta degli artigiani, perché il cambiamento introdotto che stabilisce a un solo passaggio la cessione del credito, sta bloccando di fatto tutto. Occorre “alzare a due le possibilità di cessione al credito, perché – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – le imprese rischiano di non reggere questo ennesimo cambio di passo delle regole, si provoca un blocco nell’operatività di tante imprese oneste e responsabili che generano negative ripercussioni anche su cittadini e consumatori che hanno fatto affidamento sulla possibilità di utilizzare l’agevolazione per adeguare i propri immobili ai più elevati standard di efficienza energetica e di sicurezza sismica”.
L’intero settore costruzioni, che a livello provinciale conta oltre 8300 imprese, è in affanno a causa di nuove normative che stanno cambiando in corsa le regole del gioco. Con l’emanazione del D.L. “Sostegni ter” e in particolare dell’articolo 28 che ha introdotto forti restrizioni al sistema delle cessioni del credito nelle operazioni legate alle agevolazioni di riqualificazione energetica ed edilizia degli immobili, di fatto, si è bloccata l’operatività di molte aziende dei settori dell’edilizia, dell’impiantistica e dell’indotto. La situazione si sta rivelando particolarmente pesante per quelle imprese che hanno garantito ai cittadini di poter fruire delle agevolazioni, attraverso lo sconto in fattura o l’acquisizione del credito direttamente dal consumatore, e che ora si trovano con la difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere a loro volta il credito, con negative ripercussioni sui flussi di cassa, sulla programmazione dell’attività aziendale e sulla tenuta occupazionale.