“Fate tutto per amore, nulla per forza”. Citando San Francesco di Sales nel quarto centenario della sua morte, il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, ha intitolato la sua Strenna 2022, il messaggio annuale che da sempre i successori di San Giovanni Bosco lanciano come proposta di riflessione ma anche di azione diretta e tema ispiratore dell’anno pastorale a tutta la Famiglia Salesiana del mondo. Un invito a guardare nella stessa direzione sui passi di Don Bosco, verso le necessità dei giovani e della società odierna.
Questa Strenna 2022 è particolare perché incentrata sulla spiritualità di San Francesco di Sales, nell’anno in cui si celebra il IV centenario dell’anniversario della sua morte (1622-2022), sorgente dello spirito salesiano di don Bosco, che da essa attinge per definire lo stile educativo ed evangelizzatore della nascente Congregazione Salesiana: “Ci chiameremo Salesiani” scrisse don Bosco. Ma San Francesco di Sales, dottore della Chiesa, nato nel 1567 in Savoia da famiglia aristocratica, vive i tempi complessi per la Chiesa della diffusione del calvinismo, opera il riavvicinamento all’ortodossia cattolica di molti calvinisti della regione del Chablais, territorio franco-svizzero e diffonde i propri scritti anche infilandoli sotto le porte delle abitazioni dei cittadini, è diventato patrono dei giornalisti e degli autori. Proprio il 24 gennaio dio un anno dopo la morte il suo corpo venne traslato nell’abbazia di Annecy.
“Sappiamo che Don Bosco rimase profondamente colpito dalla straordinaria figura di questo Santo. Era per lui un’autentica ispirazione, soprattutto perché era un vero pastore, un maestro di carità, un instancabile lavoratore per la salvezza delle anime”, ha scritto proprio il Rettor Maggiore introducendo il suo messaggio. Soffermandosi sulla “grandezza dell’essere umano”, sul “suo valore come persona”, don Artime ha sottolineato che “si manifesta in modo speciale nella libertà, che rende la persona responsabile”. “Per il santo umanista Francesco di Sales, la libertà è l’elemento più prezioso della persona, perché è la vita del cuore. E ha così grande valore e dignità che Dio stesso, che ce l’ha concessa, non la pretende con la forza e, quando ce la richiede, vuole che sia sinceramente e volentieri”. Nelle sue parole la consapevolezza che “l’intervento di Dio, la sua grazia, non si attua mai senza il nostro consenso”. “Dio agisce con forza, non per costringere, ma per attirare il cuore, non per violare, ma per rendere amorosa la nostra libertà. La libertà donata da Dio alla persona umana è sempre rispettata. Dio ci attira a sé; talvolta come una vocazione o un appello; come una ‘prevenzione’, perché egli ci anticipa sempre; come la voce d’un amico; come un’illuminazione; come un’ispirazione o un invito. Dio non si impone: bussa alla nostra porta e aspetta che gli apriamo”.
Tutto questo ci parla della passione educativa ed evangelizzatrice di Don Bosco che si esprime al massino nella vita dell’Oratorio, in mezzo ai suoi ragazzi. Ma non solo Francesco di Sales, ricorda il Rettor Maggiore, è anche maestro di comunicazione, e non a caso è patrono dei giornalisti.
“Vale la pena – scrive don Artime – di cogliere il suo carisma come comunicatore, dove c’è uno splendido accordo tra, da un lato, l’amore e l’interesse per la riflessione, la cultura, l’umanesimo nelle sue espressioni più belle, da promuovere, incoraggiare, armonizzare creando e favorendo il dialogo tra chi è più capace e più ricco in questi campi e, dall’altro lato Francesco di Sales è un maestro di comunicazione per tutti, un grande divulgatore per i mezzi e le condizioni in cui viveva. Anche in questo abbiamo in don Bosco un discepolo che segue lo zelo del maestro, con i nuovi mezzi a sua disposizione. E allo stesso tempo è per noi un messaggio di massima attualità e una vera sfida, nel mondo d’oggi dove la comunicazione è al centro della realtà”.