Cuneo – La Messa solenne per la festività di San Sebastiano, che si celebrerà giovedì 20 gennaio alle 18, sarà l’occasione per inaugurare il restauro e tornare a godere della bellezza dell’affresco raffigurante San Matteo e l’angelo.
Grazie al generoso contributo della Banca di Caraglio, nei mesi scorsi è stato, infatti, possibile procedere al restauro dell’affresco, con intervento del restauratore Sergio Bailo sotto il controllo dei competenti organi di tutela.
Nel secondo decennio del Seicento la Confraternita di San Sebastiano di Cuneo avvia i lavori per il rifacimento del coro della chiesa. Nel 1625 commissiona a Giovanni Antonio Molineri la tela per l’altare maggiore, raffigurante il Crocifisso con i santi Sebastiano e Giacomo e due confratelli. In primo piano i due santi rivolgono i loro sguardi verso Cristo in croce, centro della composizione, ma la forte partecipazione emotiva, coinvolge anche gli altri protagonisti della scena, dagli angeli in volo intorno alla croce con le mani giunte in preghiera, ai due disciplinanti in fervida adorazione. Come da tradizione, questi ultimi indossano l’abbigliamento tipico delle confraternite: per evitare distinzioni sociali tra i membri e garantire che la carità fosse davvero gratuita ed anonima (“non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistra” ci dice il Vangelo) si iniziò a vestire un cappuccio che nascondesse il volto. È considerata dalla critica come “una delle tele più tenebrose e più sentitamente caravaggesche”. Un anno dopo la realizzazione della bella pala d’altare della chiesa, nel 1626, sono commissionati a Molineri un quadro con lo Spirito Santo da mettere nella cimasa, alcuni quadretti laterali (ora perduti) e gli affreschi nei pennacchi della cupola del coro con i quattro Evangelisti. Essi saranno terminati due anni più tardi come testimonia la scritta sulla pietra ai piedi di San Giovanni: “I. A. Molinerius, Savil. F. MDCXXVIII”.
In seguito alle trasformazioni subite dall’edificio, si conservano di mano dell’artista solamente i due sui pennacchi più vicini alla parete di fondo (San Matteo e San Giovanni), mentre gli altri due (San Marco e San Luca) sono stati rimaneggiati durante l’ampliamento del presbiterio (1844), dal pittore Toselli sui modelli molineriani.
Negli anni passati, proprio la parte absidale della chiesa è risultata inagibile a causa di una consistente infiltrazione d’acqua, che ha danneggiato uno degli affreschi più importanti, il San Matteo e l’angelo, che ora è stato restaurato.