L’economia mondiale, e la necessità di ripensarne i fondamenti e i rapporti con le altre discipline, in un dialogo serrato tra due economisti: Felwine Sarr, senegalese, professore di filosofia africana alla Duke University in North Caroline, considerato uno dei più brillanti intellettuali africani, e Gael Giraud, gesuita ed economista francese, professore di economia alla Georgetown University di Washington e direttore di ricerca al Cnrs di Parigi.
I due autori tracciano un’altra mappa di quella che dovrebbe essere l’economia dopo la pandemia, per ripartire con nuove prospettive e uno sguardo diverso per affrontare una crisi sociale ed ecologica prima ancora che economica innegabile. A iniziare da quella delle società occidentali che sembrano non riuscire a “rinunciare a uno stile di vita che devasta il pianeta e di cui il mondo intero deve sopportare i costi, come pure a stabilire rapporti economici più equi con il resto del mondo”. Nel confronto serrato tra due personalità capaci di spaziare tra temi e discipline diverse, si parla anche, e molto, della questione migratoria, del Ruanda e del desiderio di un impossibile perdono, della ferita dell’essere umano, il valore del tempo e a pensare il post Covid. “Bisogna reinsegnare all’europeo (e non a lui soltanto!) ad aprirsi ad altri immaginari, plurali, e ad uscire dall’autoreferenzialità, in primo luogo intellettuale e anche dell’immaginario. E reinsegnare a pensare che il suo immaginario è anche quello del mondo. Quando vado a trovare gli altri, non li guardo con la curiosità del turista, o di chi getta su di loro uno sguardo venato di esotismo o li vede come appartenenti a un’alterità radicale. Questi altri sono lo specchio di ciò che sono io”.
Un’economia indisciplinata
di Gael Giraud e Felwine Sarr
Emi
16 euro