Sivio Rosso è nato a Cuneo nel 1949. Vive e lavora a Demonte, dove è animatore culturale importante di una comunità attiva e attenta al mondo dell’arte con gli Amici di Demonte.
Ha iniziato la sua attività di pittore con esperienze figurative incentrate sul colore e sul segno, annunciando già i futuri sviluppi di una poetica improntata sui più connaturati metodi espressivi tipici del linguaggio informale materico. Alla fine degli anni Cinquanta è stato tra i fondatori del gruppo artistico “La Tavolozza”, attivo per oltre un decennio. Dal 1963 al 1966 è stato allievo a Torino di Filippo Scroppo e nel 1964 ha abbandonato la pittura figurativa tradizionale per procedere sulla strada di quella specificamente informale. Nel 1971 ha aperto in Cuneo la galleria “Saletta Arte Contemporanea”, che è poi divenuta nel 1974 spazio interdisciplinare e laboratorio serigrafico con il nome di “Studioerre”, al cui interno ha operato l’Associazione Culturale Scala B, promuovendo pubblicazioni, mostre, dibattiti, concerti, letture di poesia, scambi con realtà esterne. Il sodalizio, quanto mai vivace, si è espresso attraverso la realizzazione di scenografie e collaborazioni in azioni teatrali con Roberto Mussapi, Giuseppe Conte, Milo De Angelis e Riccardo Cavallo. È stata una fase di fertile creatività, che ha visto la partecipazione di poeti, scrittori e artisti, quali Andrea Zanzotto, Giancarlo Pontiggia, Albino Galvano e Nicola De Maria, per non citare che qualche nome. Il 1982 è stato l’anno in cui Rosso, di fronte al definitivo allentarsi della tensione politico-culturale, presente nel decennio precedente, ha deciso la chiusura dello “Studioerre”. È seguito un periodo in cui l’artista ha abbandonato del tutto l’attività espositiva. Le forme di sperimentazione pittorica di Rosso si fondano sull’unione di gestualità e ideazione e sulla ricerca delle qualità alchemiche del colore. Già delineatasi nei primi anni Settanta, questa specifica esplorazione tecnica è giunta a compimento con gli studi sulle possibilità metamorfiche della materia, realizzate dilatando le coordinate spazio-temporali della pittura. Si tratta di una dimensione operativa che ha informato lavori come Hamlet del 1975, con testi di Roberto Mussapi, per giungere, attraverso tappe significative, quali le Scacchiere del 1977-78, alla Palude del 1979, una pittura monumentale accompagnata dalla realizzazione del film in super8 intitolato A volo d’ucello.
Scrive di lui il poeta cuneese Roberto Mussapi: “Pensate a un’opera che l’uomo compia per ringraziare gli elementi………Mi sembra che la pittura di Silvio Rosso operi in questo filone elementare e religioso, operi cioè lontana dai giochi della mente, ma usi la mente come tramite tra gli element…Queste paludi sono il putrido e l’aureo e proprio per questo sono il limpido e il trasparente, perchè celebrano l’acqua, l’elemento che unisce e dissolve, che affoga e riconduce al silenzio che precedeva la creazione”.
A “Scene da una decomposizione”, un audiovisivo del 1976 e a “Dopo”, il racconto, un’azione scenica del 1978, sono seguite “Figure per una fiaba”, un’illustrazione della fiaba “La bella riflessa nell’acqua” di Roberto Mussapi, e “La notte” del 1980-81, l’ultima “palude”, che preludono ad un silenzio interrotto solo con la partecipazione alla mostra collettiva intitolata “Ai confini dell’impero” allestita a Cuneo nel 1993 e con la ripresa dell’attività artistica nel 1997. L’artista fa parte dell’Associazione Culturale Magau di Cuneo ed è stato anima del gruppo dei “Pentameter” (formato, oltre a Rosso, da Walter Accigliaro, il compianto Corrado Ambrogio, Cesare Botto e Mario Mondino), con il quale ha esposto, a partire dal 2010, a Cuneo, Saluzzo, Cherasco e Carmagnola. Continua ad allestire personali e a partecipare a collettive organizzate, in particolare, dall’Art Gallery La Luna di Borgo San Dalmazzo e dal Circolo Artistico Culturale Amici nell’Arte di Garlenda (Savona).
“E basterebbe – scrive Albino Galvano – l’attenzione che Rosso porta a un problema complementare di quello del colore, il problema ottico-tattile della materia, con quelle increspature e quelle rugosità delle superfici che rappresentano, nelle sue cose, la decantazione dell’esperienza dell’informale, per dirci come il suo gioco sia assai più complesso di quanto all’apparenza possa sembrare, e come in esso si ripresentino, in forma nuova, tutti i problemi della pittura, senza perder di forza nè di persuasività”.
Alcune opere di Silvio Rosso sono oggi fino al 15 marzo al complesso museale Cavalier Giuseppe Avena di Chiusa Pesio nella mostra “Dialogo” insieme a opere di Anna Valla, Walter Accigliaro, Cristina Saimandi, e del recentemente scomparso Corrado Ambrogio. Opere di contemporaneità tra le ceramiche storiche del museo. La mostra è visitabile alla domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18.