Cuneo – Lunghi applausi sia per il cortometraggio che per il video sul “dietro le quinte”. Così il pubblico, che ha assistito alla proiezione in anteprima al cinema Lanteri, ha promosso a pieni voti il film dedicato all’eccidio della Candelora. In 30 minuti, con 350 persone coinvolte, racconta la tragedia avvenuta il 2 febbraio 1945 quando, per punire un attacco al municipio di Tarantasca avvenuto la sera precedente, 14 giovani di San Benigno, durante la celebrazione liturgica della Candelora, vennero uccisi sul sagrato della chiesa. A guidare la spietata rappresaglia il tenente Dante Frezza, magistralmente interpretato sul grande schermo da Corrado Cosa, attivo in diverse realtà del volontariato cuneese. Il cortometraggio è stato prodotto dalla “Filmalo Production”, associazione di giovanissimi che realizzano prodotti audiovisivi, ed è stato diretto dai centallesi Filippo Ariaudo (regista e autore della sceneggiatura) e Filippo Gerbaudo (direttore della fotografia e della post produzione). È dedicato a Luigi Giorgis, morto nel gennaio scorso, ultimo sopravvissuto alla strage perché al muro vennero messi tutti i ragazzi nati tra il ’17 e il 25 e i suoi documenti, come si vede anche nel film, riportavano la data del ’26. Protagonisti gli attori ventenni Nicolò L’Arco, che ha interpretato Giorgis, e Margot Lovera la sua fidanzata nella finzione cinematografica. Tra attori e comparse tantissimi giovani cuneesi, volontari di San Benigno (anche l’assessore Luca Serale) e delle frazioni vicine, oltre alla figlia di Giorgis che, con l’attore Gimmi Basilotta che era il papà, ha interpretato la mamma di Luigi, cioè quella che nella realtà era sua nonna.
“La prima visione era prevista il 2 febbraio di quest’anno – ha detto, sul palco, il regista -. Ma la pandemia ha posticipato tutto. È una grande soddisfazione avercela, finalmente fatta. Abbiamo organizzato questa serata per dire grazie a chi, in diverse forme, ha collaborato. In particolare abbiamo un dovere morale nei confronti della famiglia di Luigi Giorgis (presente in sala, ndr). La sua morte è stata un duro colpo. Avremmo voluto fargli vedere il cortometraggio ultimato perché, senza di lui, nulla sarebbe stato possibile”. Il video con le immagini del lavoro di preparazione e di riprese del film, girato tra Cuneo, Centallo e Tarantasca, contiene anche un’intervista al sopravvissuto alla strage, documento prezioso da tramandare alle prossime generazioni.
“La storia – hanno spiegato gli autori – è raccontata attraverso l’espediente dell’ucronia, cioè in modo decontestualizzato rispetto al periodo storico (i personaggi parlano in modo moderno, compaiono microonde e la divisa del movimento neofascista ideate dallo scenografo Lorenzo Massa è composta da jeans e sneakers, ndr). Così abbiamo risolto anche problemi pratici: abbiamo usato le location originali, dalla chiesa al municipio, che oggi sono diverse rispetto ad allora e cercato di coinvolgere maggiormente i giovani, rendendo la vicenda più vicina al nostro mondo”.
Il film, in cui scene come la sparatoria a Tarantasca o i cadaveri insanguinati rimasti a terra a San Benigno sono state rese reali dall’opera di sceneggiatori, costumisti e truccatori, è stato realizzato con il contributo di Fondazione Crc, Merlo Spa e Capello Srl e con la collaborazione dell’istituto storico della resistenza (si basa sul libro, edito da Primalpe, “Perché l’eccidio di San Benigno” di Michele Calandri) e del liceo Peano-Pellico di Cuneo con la professoressa Angela Michelis.
A Cuneo è in programmazione l’11 e 12 dicembre al Cinema Don Bosco di Cuneo.