Cuneo – Si è concluso con un’assoluzione il processo a carico di G. F., cuneese accusato di furto aggravato ai danni di un minimarket di via Giordanengo a Cuneo. I due proprietari del negozio avevano deciso di chiudere l’attività e avevano messo in vendita la merce rimasta, circa 80.000 euro di prodotti di vario genere. Ad aprile 2019 tre persone interessate all’acquisto si erano presentate e avevano visionato locali e merce e qualche giorno dopo uno dei due soci, recandosi al market per controllare che tutto fosse a posto, notò che nel magazzino che affacciava sul retro del negozio, un cortile con accesso solo per i residenti, mancavano tutte le casse delle bibite. “Non ci feci caso – aveva detto la donna in aula – perché pensavo che il mio socio le avesse vendute”. La sera stessa però tornò al negozio e scoprì che era stato completamente svuotato; i ladri non avevano neanche dovuto scassinare la serratura perché la porta sul retro non veniva mai chiusa a chiave. Le indagini presero una svolta quando una fonte confidenziale dei Carabinieri di Borgo San Dalmazzo rivelò che G. F. si era disfatto di una Ford Mondeo rubata tempo prima a Imperia. L’uomo viveva in quel periodo a casa del padre della sua fidanzata a Borgo San Dalmazzo. Quando i Carabinieri suonarono per cercare G. F. trovarono il padre della ragazza che sapeva dell’auto e li condusse prima a Margarita in una cascina dove vennero recuperate parti dell’auto e poi a Pianfei dove si trovava l’auto. Fu sempre questo a condurre i Carabinieri al garage di sua proprietà dove i militari trovarono parte della refurtiva del market, circa 3.000 euro di merce tra cui anche il registratore di cassa e le bilance con il cartellino del market. Ritenendo provata la responsabilità dell’uomo, l’accusa ha chiesto per G. F. la condanna a tre anni e 1.300 euro di multa. Di diverso avviso la difesa che ha evidenziato come nulla in quelle indagini abbia in effetti dimostrato il coinvolgimento di G. F. nel furto al market, a parte le dichiarazioni del padre della fidanzata le cui affermazioni non sono mai state messe in discussione, nonostante le discrepanze e contraddizioni. La giudice ha accolto la richiesta della difesa assolvendo l’uomo per non aver commesso il fatto.