Cuneo – “Start and stop”, partenza e blocco, come nei sistemi antinquinamento di molte auto: a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo si allontana, di fatto, l’inizio degli effetti legati al provvedimento regionale sulle misure di contenimento delle emissioni dei veicoli, che tocca anche nove Comuni più popolosi in Granda (Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano, oltre a Borgo San Dalmazzo e Busca). Il capoluogo e la vicina Borgo, infatti, hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento, che fino al 15 aprile prossimo limita fortemente la circolazione dei veicoli privati fino alle categorie di motorizzazioni Euro 2 benzina ed Euro 4 diesel, con divieti di circolazione dalle 8.30 alle 18.30 nei giorni feriali, oppure con il fermo totale delle auto più inquinanti. Un insieme di provvedimenti che, per rispondere alle procedure di infrazione delle istituzioni comunitarie per l’eccessivo inquinamento del bacino padano, ha visto una regia sovraregionale con applicazione diretta nei territori interessati.
Cuneo e Borgo San Dalmazzo, però, non ci stanno: sia per la situazione migliore dell’aria in termini di smog e sforamenti nei rilevamenti delle polveri sottili, sia per la complessità e soprattutto per le ricadute sociali di tali misure, che colpiscono un’ampia fetta del parco veicoli circolante, spesso di persone che con quei mezzi lavorano o magari di soggetti in difficoltà che non sono “grandi viaggiatori” ma nemmeno possono rimanere senz’auto. Si attende quindi una risposta dal Tribunale amministrativo regionale per le udienze con i due Comuni; finora i due enti non hanno potuto far altro che recepire le norme vincolanti decise dalla Regione ed emettere le ordinanze, però intanto sperano in uno “stop allo stop”, per le limitazioni in sé e per i tempi stretti di imposizione che non condividono.