Cuneo – È emergenza siccità in tutta la Granda e, con essa, emergenza idrica. A lanciare l’allarme è l’associazione Acque Irrigue Cuneesi, il sodalizio che raggruppa 18 Consorzi irrigui di secondo grado e 53.000 utenti che, per voce del suo presidente, il senatore Giorgio Maria Bergesio, chiede alle istituzioni locali di prestare al problema adeguata attenzione e “di attuare tutte le misure idonee per consentire un utilizzo ottimale dell’acqua sia per usi domestici che irrigui”.
“Quest’anno – sottolinea Bergesio – sono mancati fino ad oggi più di 70 millimetri di acqua estiva ed oltre 140 millimetri persi in primavera. Dal 1877 ad oggi, a Cuneo siamo a metà della norma: 328 millimetri contro i 635 che dovremmo contare a Ferragosto. E come già accaduto negli scorsi anni, da fine giugno di giorno in giorno la portata di fiumi e torrenti si riduce, quest’anno in misura impressionante, anche fino all’80% in meno”.
La situazione di grave criticità è sotto gli occhi di tutti, con torrenti in secca, il livello dei fiumi ai minimi storici, i campi riarsi e l’agricoltura in sofferenza, mentre l’Acda, l’Azienda Cuneese dell’Acqua, ha di recento chiesto ai 108 Comuni che ne fanno parte di emanare un’ordinanza di divieto dell’uso di acqua potabile per scopi diversi da quelli alimentari e igienici.
Pure, malgrado l’evidenza e la vastità della crisi, che investe ormai senza distinzione tutta la Granda, comprese le terre alte, è caduta nel vuoto – sottolinea Bergesio – la richiesta delle Acque Irrigue Cuneesi di istituire un tavolo di lavoro provinciale sull’emergenza idrica. L’associazione torna, dunque, a chiedere, come da oltre un mese a questa parte, “per le prese sui fiumi una riduzione immediata del deflusso minimo vitale” e “di avviare una programmazione, basata anche sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, occasione che non va sprecata per progettare pochi invasi realizzabili ed avere la possibilità di un uso plurimo ai fini agricoli, sportivi e turistici”.