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Venerdì 22 novembre 2024

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Siccità e agricoltura: dati, conseguenze e provvedimenti

L'emergenza idrica causata dal surriscaldamento globale ha costretto i sindaci di diversi comuni del cuneese a intervenire per risparmiare acqua. Ora tocca alle aziende e alle industrie

La Guida - Siccità e agricoltura: dati, conseguenze e provvedimenti

Cuneo – Ormai è chiaro: in provincia di Cuneo si sta vivendo una vera e propria emergenza idrica. Fin dall’eccezionale prolungarsi della magra del Po avvenuta nel 2003 si è cominciato a porre un occhio di riguardo alla situazione, ma con scarsi risultati. Appare sempre più chiaro che queste condizioni climatiche derivano dal surriscaldamento globale e che esso colpisce tutti dal punto di vista economico e quotidiano. I dati indicano che è necessario intervenire sull’inquinamento a tutti i livelli per il futuro dei campi, delle stalle e dell’economia cuneesi.

Ciò che sta succedendo in Piemonte e nel cuneese rende evidente le potenziali conseguenze del prolungarsi di questa situazione di siccità, dato che si tratta di zone alla testa del bacino del Po. La scarsa alimentazione del più grande fiume italiano si può ripercuotere pesantemente su tutte quelle attività, in primis del settore agricolo, che necessitano di una forte domanda idrica, sia a livello regionale sia a livello nazionale, dato che le acque del Po e dei suoi affluenti sono vitali per tutto il Nord Italia.

La regione si trova anche tra il mar Mediterraneo e le Alpi, due zone molto sensibili al cambiamento climatico. Proprio per questa ragione Arpa Piemonte ha registrato un aumento delle temperature di 1,5 °C negli ultimi 60 anni, quasi il doppio della media globale (poco meno di 1 °C).

Dal punto di vista idrico, secondo un report dell’Ansa, nei primi 6 mesi del 2021 il Piemonte ha avuto un deficit di piogge del 7,3% rispetto alla media storica del periodo. Il deflusso mensile del fiume Po è stato calcolato in 155 milioni di metri cubi a Torino, il risultato dell’effetto combinato di scarsezza di precipitazioni e inizio della stagione irrigua. É necessario ricordare che gli eventi estivi sono direttamente collegati a ciò che accade nella stagione invernale. Sempre l’Ansa definisce la copertura nevosa “fortemente deficitaria” e la risorsa idrica immagazzinata nella neve evidenzia un deficit nel volume del 20%.

Da alcuni giorni l’Acda (Azienda cuneese dell’acqua) ha lanciato un appello ai cittadini, invitandoli alla massima responsabilità usando l’acqua solo per uso umano, per scopi alimentari o igienici. Da Peveragno a Boves passando per Beinette, in questi giorni di agosto hanno preso provvedimenti sia a favore del risparmio idrico sia di punizione nei confronti di coloro che infrangono la legge.

Adottando piccoli accorgimenti quotidiani, come spegnere l’acqua mentre ci si lava i denti o quando ci si insapona sotto la doccia, porta a risparmiare anche 5 litri al giorno. Non pochi se moltiplicati per la popolazione del cuneese.

Le autobotti stanno rifornendo i bacini idrici di diverse valli perché ormai a secco, situazione che, con l’aumentare delle temperature, secondo le stime subirà un peggioramento nei prossimi giorni.

Tutto questo quadro influenza le colture di tutta la provincia. Oltre al caldo che soffoca i raccolti, il cambiamento climatico aggrava la situazione attraverso precipitazioni violente e improvvise come grandine, pioggia e vento. Gli agricoltori denunciano perdite di migliaia di euro, cifre che vanno sommate al costo del pompaggio dell’acqua da parte dell’Acda. Il caldo e la siccità sono due fattori che si abbattono anche sull’allevamento, un settore fondamentale in Granda. Quest’ultimo aspetto porta a un altro punto del dibattito: se per risolvere il problema del calore nelle stalle si investe in sistemi di raffreddamento e di controllo della temperatura inquinanti (e che quindi contribuiscono al peggioramento climatico con le emissioni di CO2), come è possibile farlo in modo sostenibile senza aggravare la situazione?

Da anni la morsa del caldo si sta abbattendo sulla regione, negli ultimi mesi estivi si ha avuto la prova che bisogna trovare una soluzione al cambiamento climatico. I primi a dover intervenire, oltre ai cittadini nelle loro vite quotidiane, sono le aziende e le industrie. Se un comune cittadino con piccoli accorgimenti può risparmiare anche 5 litri d’acqua in un giorno, a quanto equivarrebbe il risparmio di un’azienda di medie dimensioni?

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