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Domenica 22 dicembre 2024

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Magliano Alpi, il Comune con un territorio di pianura e uno di montagna

Storia e arte degli affreschi della cappella dedicata a San Rocco e i laghi della Raschera

La Guida - Magliano Alpi, il Comune con un territorio di pianura e uno di montagna

Magliano Alpi – La peculiarità che caratterizza il piccolo Comune agricolo (2.000 abitanti circa) sta nella divisione netta del territorio. Le due parti si distanziano una dall’altra di circa una quarantina di chilometri: da un lato vi è la pianura (1.910 ettari) dove si adagia il centro abitato, mentre incastonata tra le Alpi Marittime si trova la zona montana (1.350 ettari) dedita esclusivamente all’alpeggio. Un tempo il paese era noto per l’abbondante produzione di una tipica varietà di uva. Chi ha avuto modo di frequentare il “mercato dell’uva” ricorda ancora i maglianesi e le loro casse di “neiret”. Oggi le viti hanno lasciato spazio alla coltivazione del nocciolo che ha cambiato la fisionomia dell’altipiano del Beinale, alle porte di Magliano Alpi.

In questa particolare cornice si trova la cappella di San Rocco, una piccola perla rimasta intatta nei secoli ubicata nelle vicinanze della statale 28 e la strada comunale Donio, antiche vie di comunicazione di epoca romana. La sua origine pare derivi da un’edicola votiva al dio Giano e successivamente sostituita dalla cappella dedicata al Santo. La rilevanza storica è attestata dagli affreschi interni risalenti alla prima metà del XVI secolo, che la inseriscono tra le più datate testimonianze di arte religiosa monregalese. All’interno è ancora possibile scorgere dei graffiti, uno dei quali reca la data 1529 e sotto “Maytheus f…”. La pittura in stile neogotico, di particolare interesse, è nella parete al fondo della cappella dove si trova la Madonna seduta sul trono mentre regge il Bambino che con la mano destra, nell’atto di benedire, tiene un fiore di tarassaco. L’importanza della cappella era già nota nel Cinquecento, tanto che se ne trova menzione nei resoconti episcopali del 1583, custoditi nell’Archivio vescovile di Mondovì.

Un’ultima curiosità, in tema pandemia: la cappella, come molte dedicate al Santo, fu utilizzata nei secoli come lazzaretto. In particolare sono conservati i carteggi, datati estate 1886, con scambi di opinioni tra l’allora sindaco di Magliano e il sacerdote sull’epidemia di colera che in quell’anno aveva colpito il paese. La cappella è aperta al culto solo durante la festa patronale, per eventuali visite è possibile rivolgersi al parroco di Magliano Alpi. Imperdibile è la visita al singolare Museo del Cappello Militare, in centro paese, dove sono conservati 300 copricapo militari risalenti al XX secolo, provenienti da oltre sessanta Paesi, dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Inoltre è possibile ammirate alcune divise complete di particolare valore storico, come quella sabauda e una divisa appartenuta al capo di Stato maggiore della Marina italiana risalente al 1861. L’iniziativa è nata dalla collezione privata di Pietro Corelli, capitano dell’Esercito Italiano che ha ispirato il film “Il mandolino del capitano Corelli” (con Nicolas Cage e Penelope Cruz). Il Museo è nell’ex asilo infantile di Magliano, frazione San Giuseppe, e curato dall’impegno dei volontari (visite guidate in alcune domeniche, sul sito del Comune).

Passando alla parte montana del territorio comunale, incastonate tra i Comuni di Ormea, Frabosa Sottana e Roccaforte di Mondovì sorgono le tre cime del Seirasso, della Brignola e della Raschera raggiungibili da Prato Nevoso. La particolare conformazione dei confini comunali affonda le sue origini nel XVII secolo. La leggenda, tramandata da nonno a nipote, narra di un anziano malato che dopo aver cercato invano aiuto negli altri paesi giunse a Magliano Alpi, dove trovò ospitalità e accoglienza fino agli ultimi giorni di vita. L’uomo, colpito dalla generosità profusa dagli abitanti, donò loro le montagne che gli appartenevano. Tra miti e leggende la storia imprime le sue tracce. Fino al 1698 Magliano Alpi rientrava nella parte limitrofa del Comune di Mondovì insieme a Montaldo, Monastero Vasco e le due Frabose. Con la fine delle “guerre del sale”, Mondovì risultò sconfitta e i Savoia imposero il suo smantellamento con relativo mandamento. Una sorta di liquidazione dove attraverso la nomina di commissari fu avviata la ripartizione di beni, crediti e debiti del vecchio ente comunale. Come ricorda Mario Rosati, lo storico segretario comunale di Magliano negli anni Venti nel suo libro “Memorie su Magliano Alpi” pubblicato nel 1933, tra i beni comparivano anche dei pascoli condivisi che vennero assegnati ai Comuni nascenti. Da qui nacque una lunga diatriba legale tra le amministrazioni comunali di Frabosa Soprana e Magliano Alpi che le vide impegnate per moltissimi anni a colpi di cavilli legali e interpretazioni di atti. Solo nell’Ottocento la questione si risolse in favore di Magliano che da allora ha aggiunto “Alpi” nel suo nome.

Per gli appassionati, l’escursione segue il sentiero della Brignola, fino agli omonimi laghi, oppure si può deviare e proseguire verso i laghi della Raschera passando per i laghi della Brignola. Oltre ai paesaggi mozzafiato, un motivo per programmare un trekking a piedi in queste terre, è la possibilità di gustare dell’ottimo Raschera d’Alpeggio prodotto in loco dai malgari, grazie ai caseifici in quota. Significativo il passo del libro di Mario Rosati che riporta la sua descrizione delle montagne maglianesi: “L’accesso alle montagne è facile, passando per la Balma, si giunge allo stallone e casera dell’Alpe Seirasso, magnifica e imponente, ricca di intenso verde fin sotto le frastagliate cime. Dallo Stallone del Seirasso, per una buona mulattiera a mezza costa, si accede alla Brignola che offre un magnifico quadro di incomparabile bellezza specie nella zona del lago omonimo, terso e calmo, ricco di snelle rane che rappresentano la sola e abbondante pesca della zona. Dal lago si sale la costa ripidissima, si valica il passo del Lupo e si scende al lago Raschera, bello quanto il precedente. La Raschera è una magnifica aiuola di fiori, i più belli e più variopinti, ricca di pascoli ubertosi, di candide cascate, di luoghi suggestivi e ameni”.

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