Cuneo – Attendeva seduta sul gradino del marciapiede che il suo fidanzato uscisse da un negozio di via Bassignano, quando davanti a lei un gatto attraversò la strada e l’auto che passava ad alta velocità fu costretta ad inchiodare. La ragazza per lo spavento lanciò un urlo e il conducente abbassò il finestrino per insultarla. Dal negozio uscì il fidanzato che discusse con l’uomo al volante, poi, mentre quello si allontanava, scattò una foto alla targa. I due rientrarono nel negozio, ma il conducente dell’auto fece il giro dell’isolato, tornò indietro davanti al negozio e scese dall’auto. Dal negozio uscì il fidanzato della ragazza e fu a questo punto che A.C. l’uomo alla guida dell’auto, spruzzò qualcosa negli occhi dell’altro ragazzo che rientrò di nuovo nel negozio con gli occhi arrossati che bruciavano e con la vista offuscata. Con l’accusa di lesioni pluriaggravate dall’uso di arma e per futili motivi A.C. è stato processato al tribunale di Cuneo.
Chiamata a riferire dei fatti davanti al giudice, la vittima dello spray al peperoncino non ricordava quasi niente di quanto accaduto e al giudice aveva dichiarato di aver deciso di rimettere la querela per motivi personali. Il proprietario del negozio invece ricordava quell’aggressione e in aula aveva riconosciuto l’imputato da una foto identificativa. Un riconoscimento sommario che la difesa dell’imputato aveva contestato chiedendo di ripetere l’atto in forma ufficiale e che aveva dato esito negativo, in quanto il teste non aveva riconosciuto l’imputato in mezzo ad altre due persone.
Con i vaghi ricordi dei due fidanzati e senza il riconoscimento da parte dell’unico teste, l’accusa ha chiesto la condanna dell’imputato a 1 anno e 8 mesi di reclusione basandosi sulla fotografia della targa dell’auto su cui viaggiava l’uomo, macchina che però non era intestata a lui. In mancanza di prove oggettive sull’identificazione di A.C. come autore dell’aggressione, il giudice, accogliendo la richiesta della difesa, ha assolto l’imputato per mancanza di una prova certa.