Villanova Mondovì – Il Santuario di Santa Lucia è senza dubbio un luogo dal grande fascino in quanto nasconde al suo interno una grotta naturale e una piccola chiesa. La leggenda narra dell’apparizione della Santa ad una pastorella sordomuta, la quale una volta miracolata, con il dono della parola e dell’udito, espressa la volontà di Santa Lucia di mettere al riparo l’antico pilone costruito nella confluenza fra i torrenti Ellero e Lurisia. Questa fu la genesi del Santuario che rimane composto in due parti: l’edificio sulla destra, di costruzione più recente, in mattoni a vista composto da un triplice ordine di arcate; l’altro più antico, e a picco sul dirupo, è caratterizzato dagli archi di un ampio porticato che serve da vestibolo alla grotta del Santuario. L’edificio è sormontato da un piccolo campanile barocco di forma triangolare. La chiesa vera e propria è invece ricavata in un’ampia grotta del monte Calvario, un tempo Momburgo, monte che essendo di formazione calcarea è ricco di cavità, dunque non è improbabile, secondo la tradizione popolare, che questa caverna sia collegata con quella dei Dossi: luogo che si trova alla stessa altezza, ma su un fianco opposto della montagna. L’acqua che fuoriesce dalla grotta viene raccolta in un pozzetto apposito con la quale i devoti si inumidiscono gli occhi, poiché a Santa Lucia si attribuiscono virtù protettrici contro i mali della vista.
Il fascino del Santuario non è però solo paesaggistico, devozionale e artistico ma anche storico. Il luogo di culto, infatti, giocò un ruolo non trascurabile nella fase più cruciale della lotta della Resistenza contro le forze nazi-fasciste. La struttura piuttosto appartata e difficile da raggiungere ospitò don Giuseppe Bruno, tra i primi ad organizzare i primitivi nuclei di Resistenza nel Monregalese. Il prete fece trasportare a Santa Lucia, dall’Oratorio di Mondovì-Borgato, la macchina tipografica di cui si era provveduto fin dai primi tempi dell’organizzazione partigiana. Per tutta l’estate 1944 pubblicò il notiziario “Rinascita d’Italia”. Lo scopo del giornale era di servire da mezzo di collegamento fra i reparti di tutta la terza Divisione Alpi con le altre formazioni. Il Santuario divenne inoltre luogo di incontri fra i comandi che operavano nelle valli circostanti, giocando così un ruolo strategico nella guerra di liberazione. Il Santuario è attualmente al centro di un progetto di valorizzazione che prevede visite guidate alla struttura, normativa anti Covid-19 permettendo. (Info 351-6384771).