Ceva – Nel pomeriggio del 5 agosto del 2019, mentre percorrevano il tratto di strada che collega Ceva a Paroldo, marito e moglie si erano imbattuti in quattro gattini con la loro madre, ai margini di un bosco, appena sotto il livello della strada. La coppia, lui maresciallo dei Carabinieri forestali, avevano chiamato una loro amica volontaria della Lida che senza difficoltà li aveva presi e portati a casa. “Erano docili – ha detto la volontaria al giudice – si vedeva che erano gatti casalinghi ed erano in buona salute”. Qualche giorno dopo venne fuori quella stessa famigliola di gatti era stata messa in adozione con un appello su Facebook da un’altra volontaria della Lida, “era la fine di luglio del 2019 – ha riferito la donna in aula – e mi chiamò una signora che diceva di aver appena trovato quattro gattini con la madre e chiedeva se avessimo un posto dove sistemarli dato che lei aveva due grossi cani. In quel momento non avevamo posto e le chiesi se riusciva a tenerli al sicuro ma intanto le dissi di mandarmi delle foto così da pubblicare un annuncio sulla nostra pagina Facebook per farli adottare”. L’annuncio riportava i numeri di telefono di due signore, N.D.B. e S.S., madre e figlia residenti a Settimo Torinese ma con un’attività a Ceva, che sono state quindi rinviate a giudizio con l’accusa di abbandono di animali. Al processo si è costituita parte civile anche la Lida. Oltre alle due volontarie della Lida, hanno testimoniato in aula anche il marito e padre delle due imputate e il loro socio in affari nell’attività di autotrasporto che avevano nel cebano. I due uomini hanno raccontato che lo scatolone con i gatti se lo erano trovato davanti al cancello del capannone verso maggio, avevano subito costruito un recinto per i gatti che fosse fuori portata dai due grossi cani da guardia. Hanno anche raccontato di essersi adoperati per far adottare i gatti ma senza risultato, fino a quando la famigliola avrebbe scavalcato il recinto nel lato confinante con alcuni cascinali per non far più ritorno. Le due donne invece, quando la Lida scoprì che i gatti dell’annuncio erano gli stessi trovati per strada, raccontarono che alla fine erano riusciti a farli adottare, “chiamai la signora N.D.B. e le chiesi a chi li avessero dati – ha raccontato ancora la volontaria Lida – ma la madre disse che lo sapeva la figlia, chiamai la figlia e questa disse che se ne era occupata la madre”. “Mia figlia era partita per le vacanze e i gatti sparirono – ha raccontato il padre dell’imputata – per non farla preoccupare, dato che è molto amante degli animali, le dicemmo che erano stati adottati, le raccontammo una bugia”.
Il processo è stato rinviato al 30 giugno per la conclusione dell’istruttoria.