Peveragno – La primavera, specialmente in periodo di limitazione degli spostamenti, può rivelarsi un tempo favorevole per regalarsi una passeggiata alla scoperta di Peveragno, partendo dal centro storico verso le creste delle colline che cingono il paese a ovest e la conca di San Giovenale. Arrivando da Cuneo, in corrispondenza dell’incrocio che conduce a San Giovenale, il tratto asfaltato (via San Rocco Ancisa) sale sopra al muraglione ai cui piedi scorre parallela la provinciale Peveragno – Cuneo, e dopo cento metri si giunge alla cappella di San Rocco. Di qui si prende la stradina sterrata (segnaletica per Santa Rita) che gradatamente sale nei boschi e dopo circa quindici minuti di cammino, attraversati due tornanti si apre un pianoro, su cui è edificata la cappella di Santa Rita. Poco prima della cappella si scorge un pilone votivo, detto localmente “pilun ed le masche”. In cima, nel punto in cui sbuca il sentiero, si stacca a sinistra un percorso ben segnalato, che attraverso una ripida rampa, in un paio di minuti va a ricongiungersi a un tratto pianeggiante. Occorre tenere sempre la destra sia sulla rampa che sul sentiero pianeggiante, e percorrendo il fianco della collina, si passa sotto una casa costruita sul filo di cresta. Raggiunto il colletto si infila la strada in discesa a sinistra e in dieci minuti si scende poco a monte degli impianti sportivi (itinerario breve). Proseguendo in piano si imbocca un viottolo che sale deciso e dopo un tornante a destra e una rampa faticosa, cambia pendenza.
Successivamente a pochi metri in piano, sotto il sentiero si incontra una pozza d’acqua spesso fangosa, funtana ed Mò. Poco oltre, il sentiero si alza con due tornanti e poi torna quasi pianeggiante a passare sotto la cima di Moncalvino, il punto più alto della cresta delle colline. Da destra, vicino a un essiccatoio, si innesta una strada che sale da via Cagnola. Anche questo è un bivio sfruttabile per un rapido ritorno al piano, con una discesa che in circa venti minuti porta a valle e successivamente sulla provinciale. Proseguendo, si raggiunge un altro colletto: a sinistra si sale alla vicina Croce di Moncalvino mentre attraverso la via in discesa ci si avvia verso San Giovenale. Dopo un segmento in piano, ci si imbatte in una rampa faticosa, suggestiva perché appare come una scalinata costituita dalle radici delle conifere a fianco del sentiero, prima di sbucare su un altro tratto in piano in cui si incontrano delle “sculture” in legno e arrivando infine in una radura con grandi castagni. Il sentiero scende al fondo della radura e, diventato una strada, termina in cinque minuti al Colletto fra Rivoira di Boves e San Giovenale di Peveragno.
Il cammino di ritorno può essere compiuto sul percorso asfaltato che dal Colletto degrada su San Giovenale, passando davanti alla cappella di San Francesco. A San Giovenale è consigliabile non dirigersi verso Peveragno, ma raggiungere la chiesa parrocchiale, sul cui lato si trova una fontana e un parco giochi con tavoli. Si prosegue su via Brard (asfaltata) per circa un km prima di svoltare a sinistra in via dello Sport che approda al centro polisportivo di Regione Miclet. Costeggiando prima i campetti da calcio e poi il campo principale si raggiunge il fondo del complesso; invece di transitare sul ponte, si costeggia a destra il torrente, si passa a fianco di una sbarra e si imbocca l’inizio della viasola Giordanengo, pista che cammina lungo il Bedale, arricchita da pannelli su cui sono riportate le poesie dello scrittore di origini peveragnesi Gino Giordanengo. In pochi minuti si torna nel centro del paese, al punto di partenza.