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Domenica 22 dicembre 2024

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Una visita a Borgo San Dalmazzo (prima parte)

Un percorso storico e artistico al museo dell'Abbazia di San Dalmazzo e una passeggiata alla scoperta della Via delle Meridiane

La Guida - Una visita a Borgo San Dalmazzo (prima parte)

 

Borgo San Dalmazzo – Il Museo dell’Abbazia di San Dalmazzo di Pedona rappresenta un percorso di estremo fascino che permette di attraversare 2.000 anni di storia toccando con mano i segni di diverse epoche storiche, visitando tre sezioni tra loro concatenate in un percorso di visita suggestivo che ha il proprio cuore nella cripta romanica della chiesa parrocchiale: percorso museale, percorso archeologico e museo parrocchiale. Il museo vero e proprio si articola a sua volta in tre sale che espongono reperti di scavo e un ricco corredo di immagini e illustrazioni che permettono di ricostruire la storia dell’insediamento. L’area archeologica grazie a un percorso sotterraneo ripercorre la storia degli edifici di culto che hanno preceduto l’attuale parrocchiale. Emergono così le absidi della basilica paleocristiana e della chiesa longobarda, alcune tombe a incinerazione e inumazione che confermano l’utilizzo sepolcrale del sito in epoca romana e medievale, per finire ad ammirare la suggestiva cripta romanica realizzata tra XI e XII secolo. Si raggiunge poi il museo parrocchiale dove è esposto un ricco corredo di reliquiari e paramenti sacri realizzati tra XVII e XVIII secolo, la visita si conclude nella Cappella superiore eretta alla fine del XVII secolo in corrispondenza del presbiterio della parrocchiale e un tempo sede della Confraternita di San Dalmazzo. Decorata con stucchi dorati e pitture, la cappella ospita un prezioso busto reliquiario argenteo tardo-cinquecentesco e permette di godere di una vista spettacolare sull’attuale chiesa parrocchiale barocca.

La Via delle Meridiane è invece un percorso panoramico, sviluppato lungo la dorsale tra la valle Stura e la valle Gesso. Il punto di partenza è ai 1.090 di Tetto Pilone, un chilometro oltre la frazione di Sant’Antonio Aradolo, dove si trova la prima meridiana, anzi più precisamente un orologio solare, realizzato (come tutti quelli che si incontreranno in seguito) da Bernardino Marchetti, in arte “Bernard”. Proseguendo a piedi per un chilometro, sulla strada asfaltata che lascia il posto ad una comoda sterrata in falsopiano, nei pressi di Colle Firet (1.155 m.), si tiene la destra come da indicazioni e arrivati a Ciabot Padela si incontrano dei singolari personaggi, realizzati con legno, pietre e materiali di recupero, e anche un armadietto con libri da prendere in prestito. Superato il bosco si transita davanti a un crocifisso, realizzato con un ramo di castagno e dedicato al papà di Bernard. Poco oltre una meridiana rappresenta la sagoma di Pinocchio, subito dopo eccone un’altra con la scritta “Mustra ‘d Bernard a marca jure ch’a mancu al tramunt”. Di fronte si trova un simpatico marchingegno: un tronco con una maniglia, aprendo il cassetto si trovano incise le sagome delle montagne visibili da questo punto, con il nome delle cime, tra cui quella del Monte Saben (sulla cui vetta è stato collocato un altro orologio solare di “Bernard”). Poco oltre si raggiunge uno chalet, segnalato da un pilone in legno con la scritta “Ruciariund” con sul basamento due piccole meridiane. La strada fa una svolta a destra e dopo un tratto in ripida salita si sbuca in uno slargo dove sono installati diversi ripetitori: è la “piazzetta delle meridiane”, con nove orologi solari, tra cui quello analemmatico in cui il visitatore diventa protagonista, dal momento che è la sua stessa ombra a indicare l’ora. Proseguendo lungo la cresta verso est si arriva a Monte Croce (1.217 m.) dove, oltre alla croce di vetta, è posizionata una meridiana molto complessa, posata su un basamento a forma di tavolo rotondo con un cassetto. Indica ben quattro tipi di ore di epoche diverse nei vari quadranti e la cornice è formata dal disegno delle catene montuose su cui spazia lo sguardo. Proseguendo verso est, si inizia la discesa che in 15-20 minuti riporta a Tetto Pilone. L’anello si può percorrere a piedi (adatto anche ai bambini) oppure in mtb.

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