In occasione della Giornata mondiale che si celebra il 12 giugno, l’Organizzazione internazionale del Lavoro (OIL) e l’UNICEF hanno pubblicato un rapporto intitolato “Lavoro minorile: stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro”. Mettono in particolare evidenza, tirando un campanello d’allarme, l’aumento del numero di bambini nel mondo costretti in lavoro minorile, un numero che ha raggiunto i 160 milioni, registrando un aumento di 8,6 milioni negli ultimi quattro anni. Altri 9 milioni corrono lo stesso rischio a causa della pandemia di Covid-19.
Alcuni dati del rapporto ci dicono che il settore agricolo rappresenta il 70% dei bambini occupati in forme di lavoro minorile (112 milioni), seguito dal 20% nei servizi (31,4 milioni) e dal 10% nell’industria (16,5 milioni). Quasi il 28% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 35% dei bambini tra i 12 e i 14 anni non vanno a scuola. Cifre inquietanti e che ricordano che i bambini sono i primi a soffrire della povertà, dell’esclusione, delle disuguaglianze e dei conflitti.