Carrù – Le origini del Castello di Carrù risalgono intorno all’anno mille, oggi ha mutato in parte le sue caratteristiche strutturali e funzionali, al fine di adempiere alla doppia funzione di bene artistico e culturale da valorizzare e di struttura riadattata nei suoi ambienti secondo le esigenze organizzative e lavorative della Banca Alpi Marittime, di cui oggi è sede (il castello è visitabile su appuntamento con la Banca). Il Castello carrucese si configurava come luogo prediletto di sedimentazione delle memorie di casa Costa (con la creazione dell’archivio, della biblioteca e dei ritratti di famiglia), custode di scelte di cultura figurativa (la quadreria e le decorazioni), modello di apparato sociale, con finalità simboliche e concrete della politica dei Costa. L’interno conserva grandi saloni, alcuni dei quali decorati con motivi floreali e allegorie mitologiche, riconducibili in parte alla seconda metà del 1600 ed in parte alla prima metà del 1800; l’arredamento e la ricca collezione di tele (tra queste interessanti opere di scuola piemontese e genovese) risalgono pressoché alle sistemazioni sei-settecentesche dei Costa. Fra i vari ambienti merita particolare attenzione la “camera dell’alcova”, che conserva un arco in legno e stucco dipinto, singolare esempio di gusto decorativo e scenografico barocco. Intorno al maniero aleggia la “Storia della Dama Blu”. Paola Cristina del Carretto era la moglie di Gerolamo Costa padrone di Carrù ed entrambi si dilettavano con la caccia. I nobili preferivano utilizzare le frecce, quasi a riprodurre i modelli mitologici classici. E fu proprio una freccia a causare la morte di questa dama, che durante una battuta di caccia morì trafitta. Di lei è ricordato un quadro in cui i panni della dea Diana cacciatrice; ed è per questo è conosciuta come Dama Blu.
A Carrù esiste un museo unico nel suo genere, ubicato nella sede dell’Anaborapi, dedicato alla carne bovina più pregiata: la razza piemontese. Inaugurata nel 2014, la Casa della Piemontese è il primo museo in Italia dedicato interamente a una razza bovina, e il secondo assoluto in Europa, dopo la Maison du Charolais di Charolles. La visita alla Casa Museo è guidata e ciò permette di personalizzare i contenuti a seconda del profilo dei visitatori. Lo scopo è di divulgare la cultura del cibo sano, tipico del territorio, derivante da allevamenti sostenibili e nel pieno rispetto dell’ambiente. Manuela e Syvain accompagnano il visitatore in un percorso multimediale dove si affrontano vari temi quali la storia della Piemontese, il posto dei bovini nella storia e nell’arte, i sistemi di allevamento attuali integrati al territorio, le caratteristiche morfologiche uniche con la famosa “doppia coscia” e soprattutto le qualità organolettiche della sua carne, una delle più pregiate al mondo, entrata a pieno titolo nelle cucine stellate. Dopo una simulata salita in alpeggio, il visitatore si siede davanti alla mascotte Polifemo, il maestoso Bue Grasso imbalsamato, per una degustazione guidata di carne di fassone, all’insegna del “cooking and tasting”, con consigli per cucinarla a casa. Il museo è aperto la seconda e la quarta domenica del mese con una visita alle 11 e una il pomeriggio alle 15.