26 aprile 1945. “Non riuscirò mai a dimenticare – dice Elvira Riba – i corpi straziati delle persone colpite in Via Brofferio ed il giorno seguente le 17 bare allineate sotto i portici del Municipio”.
Caraglio: il mattino del 26 aprile 1945 si seppe che i partigiani si erano impadroniti del fortino di Via Roma a fianco delle scuole. Le persone si affacciano fuori di casa in cerca di notizie, ma le bombe di mortaio continuano a cadere e seminano la morte.
Michele Frencia con la moglie Teresa e la figlia Laura, Rosa Eandi e suo figlio Giovanni, Giuseppe Ballauri, Margherita Stoppa, Carlo Tealdi con la moglie Anna e la figlia Pierina, Giuseppe Sangregorio, Natalina Salomone, Emilio Quilico con la moglie Caterina, Bernardino Fusta, Maria Costa ved. Savio, Giuseppe Rainero. Sono le ultime 17 vittime innocenti della violenza.
Il giorno dopo, 27 aprile, Caraglio è libera.
“Sui balconi – ricorda Anna Tealdi Daniele – sventolavano i tricolori, ma molti avevano il segno del lutto. La gente era in gran parte contenta, ma quanti avevano il cuore affranto per la tragedia che li aveva colpiti!”.