Valle Grana 1943-1945 – “Cronachetta parrocchiale” è un piccolo diario scritto da Don Giovanni Mattio, priore di Frise negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Una fonte semplice, ma preziosa, di notizie sui rapporti tra il clero ed i partigiani nella Valle Grana.
12 settembre 1943. Compaiono alle Frise i primi sbandati. Sono cinque ufficiali di Cuneo coi quali subito faccio conoscenza e stringo anche buona amicizia. Dò loro per più di un mese di seguito vitto e alloggio. Nel mese di novembre i cinque ufficiali si trasferiscono ai Damiani di San Pietro Monterosso ed organizzano le prime bande partigiane. La mia casa però non viene abbandonata, anzi, diventa un luogo sicuro per convegni ed appuntamenti di altre vallate. Passano così in canonica, arrivando a tutte le ore del giorno e della notte, diversi ufficiali della Valle Stura, Grana e poi anche Maira. Anche Duccio Galimberti, l’eroe nazionale, si ferma più volte in casa mia. E le fermate talvolta non sono di sole ore…”.
22-26 aprile 1944. Due giorni di trepidazione ha vissuto la popolazione di Frise per il passaggio dei Tedeschi che andavano alla caccia dei patrioti. Per fortuna fu solo paura e non si ebbero a lamentare né danni né vessazioni. I signori visitatori si accontentarono di requisire gli asini che trovarono lungo il loro passaggio, farsi dare o rubare alcune dozzine di uova e duecento lire di denaro”.
27 aprile 1944. Nella terribile giornata dei rastrellamenti si distingue Don Michele Denina, parroco di Sant’Anna di Castelmagno, che rischia la vita per salvare il partigiano ferito, Giacomo Perotti, nascosto sul solaio della parrocchia, dietro la legna accatastata che fa da parete. Nonostante la perquisizione compiuta dai tedeschi nella soffitta, né il ferito, né il suo infermiere saranno scovati.
28 novembre del 1944. I tedeschi sono sguinzagliati nelle varie borgate di Frise in cerca di armi e partigiani, poi radunano nella piazzetta della parrocchia quanti hanno trovato nelle case, vecchi, donne e bambini e sottopongono il Priore ad uno stringente interrogatorio che non conclude a nulla tanto che il comandante dice seccato:”I sacerdoti sono pagati dallo Stato, ma fanno contro lo Stato perché proteggono i ribelli”.
Novembre del 1944. A margine di una vasta operazione dei tedeschi in tutta l’alta Valle Grana, sono arrestati e tenuti in ostaggio all’Albergo del Gallo di Caraglio, don Ludovico Golé, prevosto di S. Giacomo Monterosso, Don Giuseppe Cavallera, prevosto di San Pietro, Don Giuseppe Parola, priore di Santa Lucia e Don Mattio di Frise.
Febbraio del 1945. Don Denina è arrestato e minacciato di morte dai tedeschi. Più tardi, sceso a Cuneo, sarà arrestato da soldati della Littorio, tenuto in prigionia per alcuni giorni ed infine posto a domicilio coatto in Seminario.
Don Angelo Bernardi, prevosto di Pradleves, il 17 febbraio del ’45 viene arrestato dai miliziani della Littorio e liberato il giorno dopo.
Don Luigi Calandri, vicecurato di Valgrana, è arrestato dalle Brigate Nere e minacciato di morte, viene poi rimesso in libertà, ma riporta una grave ferita in seguito ad un colpo di moschetto infertogli al capo.