Cuneo – Nel 2020 grazie all’utilizzo della chirurgia robotica l’attività oncologica della struttura complessa Ginecologia e Ostetricia, è triplicata rispetto a qualche anno fa, arrivando a trattare chirurgicamente più di 200 casi tra prime diagnosi e recidive oncologiche.
Un risultato guidato dal primario Andrea Puppo e da un Euqipe che ha una media di età di 40 anni, grazie al contributo del dipartimento chirurgico diretto da Felice Borghi (che però lascerà Cuneo a maggio) e con l’équipe anestesiologica diretta da Giuseppe Coletta, alla collaborazione intensa con le altre realtà ginecologiche della provincia di Cuneo che inviano regolarmente i casi complessi al Santa Croce. Particolarmente fruttuoso lo studio sull’ottimizzazione del percorso di cura delle pazienti, condiviso con l’oncologia medica di Gianmauro Numico e la radioterapia di Elvio Russi. Più del 30% dei casi arrivano da fuori provincia o da fuori regione, confermando l’attrattività che il polo cuneese fa sentire ben oltre i propri confini.
Nello specifico i casi di tumori classi A e B nel 2020 sono stati 297 ricoveri rispetto ai 195 del 2019 e ai 234 del 2018 e gli inetrventi i chirurgia robotica sono stati 14 nell’anno 2020, e già 11 da gennaio ad oggi (nel 2019 nessun intervento).
“Con la chirurgia robotica e il sistema Da Vinci, già attivo a Cuneo da diversi anni ma mai in ambito ginecologico – dice Puppo – sono state trattate decine di pazienti affette da tumore dell’utero, con una degenza media di poco più di due giornate. La chirurgia robotica consente di ottimizzare il gesto chirurgico in spazi anatomici angusti, raggiungendo i massimi livelli di precisione senza compromettere l’efficacia del trattamento oncologico in termini di prognosi. In sintesi più del 90% delle neoplasie uterine (e più del 50% di quelle ovariche) può essere trattata efficacemente con chirurgia mininvasiva (laparoscopica o robotica), permettendo degenze brevi, recuperi post-operatori più rapidi (anche grazie al programma Eras per cui la ginecologia cuneese è certificata a livello europeo) e rapido accesso alle cure post-chirurgiche laddove necessarie”.