Cuneo – Ha detto addio alla sua amata Cuneo soltanto quando si è spenta, nonostante le sue radici fossero lontane: nella giornata di ieri (giovedì 8 aprile) in Duomo è stato dato l’ultimo saluto a Nidia Colmanni, vedova Zemella, 88 anni, esule fiumana che da sei decenni viveva Cuneo. La salma è stata portata a Polesella, in provincia di Rovigo, che lei definiva “la mia seconda patria”.
Era nata il 12 luglio 1932 a Fiume, dove nel maggio 1945 perse il padre per una retata della Polizia segreta jugoslava; poi il trasferimento in Friuli e, dal 1947, a Brescia (dove sono sempre vissuti il fratello Theo e le sorelle Adelma e Rita). Lì ha conosciuto il futuro marito, Rubis Zemella, con cui si è trasferita a Cuneo all’avvio dello stabilimento Michelin, dove lui lavorò.
Rimasta vedova nel 1992, non volle lasciare Cuneo: a 60 anni conseguì la patente, per poter essere autonoma e raggiungere periodicamente i familiari nel bresciano e per continuare a portare la sua testimonianza storica nelle scuole, soprattutto in Veneto. Proprio per mantenere viva la memoria dei fatti, si fece insegnare l’utilizzo del computer e terminò il secondo libro del marito, “Carissimo Po”.
Gli ultimi 17 anni sono stati per lei un calvario di salute, in una lotta condotta con forza e dignità contro i tumori, con l’assistenza di Margherita Revelli, che per lei era diventata una persona di famiglia e che chiamava “la mia numero uno”, e dell’infermiera Luisella Basiletti (il cui padre lavorava con il marito in Michelin), per lei “il mio Luisangelo”. Due mesi fa una caduta in casa, poi il ritorno dall’ospedale, fino a che si è spenta in casa, come aveva sempre desiderato, in mezzo ai suoi libri e con l’affetto delle persone che a Cuneo le volevano bene.