Cuneo – Siccità, una paura da sempre fortissima per chi opera in agricoltura: il lavoro di mesi rischia di essere vanificato per eccesso di caldo e carenza di acqua. L’innegabile cambiamento climatico degli ultimi anni ha costretto tutti a fare i conti con temperature sempre meno “temperate”, con precipitazioni meno regolari e con eventi meteo sempre più violenti.
Quello della siccità non è un ricordo lontano nel tempo: appena un anno fa, con il primo trimestre del 2020 molto poco piovoso (gennaio e febbraio quasi aridi, in marzo un terzo della media e temperature al di sopra delle medie del periodo), l’agricoltura cuneese guardava preoccupata alla primavera in arrivo, con cali dal 20 al 35% delle portate dei fiumi (e con picchi anche superiori, per il Po).
Ancora una volta, ritornavano le considerazioni sulla scarsa capacità del territorio di trattenere le acque piovane e gestire le riserve idriche necessarie all’annata agricola, con la necessità di interventi, primi fra tutti nuovi invasi. Questi ultimi rappresentano spesso un tema divisivo nel dibattito pubblico; dopo anni di rinvii, però, le esigenze produttive di fronte all’andamento climatico impongono un ripensamento collettivo, che consideri le varie risorse e le gestisca al meglio.
In provincia di Cuneo le principali fonti di approvvigionamento sono i fiumi Po e Tanaro, oltre ai torrenti Ellero, Pesio, Gesso, Maira, Grana, Varaita e altri corsi minori con portate discontinue; oltre alle fonti superficiali, numerosi i pozzi a uso irriguo, sia privati sia consortili.