Cuneo – Due anni per concludere il primo tratto di autostrada il cui cantiere è iniziato da qualche giorno; 46 mesi, cioè quasi 4 anni, significa gennaio 2025. A dettare i tempi durante la visita al cantiere è l’amministratore delegato della società concessionaria Autostrada Asti-Cuneo, Bernardo Magrì.
La tempistica della prima parte del lotto albese dove le ruspe sono già al lavoro sembra possa essere rispettata davvero, ma sul lotto completo pesa l’ostacolo autorizzativo anche se per Magrì non sembra un vero problema. In realtà ai due neo ministri del governo Draghi, Roberto Cingolani (transizione ecologica), ed Enrico Giovannini (infrastrutture) e al presidente della Regione l’albese Alberto Cirio è arrivata una lettera inviata dall’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero datata 22 febbraio, con alcune considerazioni di peso che riguarda il lotto che è ancora in fase autorizzativa. L’Osservatorio ribadisce le sue proposte: accelerare il completamento della A33 mediante il ripristino della galleria di Verduno; ridurre i costi delle opere e il consumo del suolo con una carreggiata di larghezza minima (10,70 metri); rendere gratuito il tratto tra Castagnito e Cherasco che consente l’accesso al nuovo ospedale; e realizzare le opere complementari indispensabili per la viabilità locale. Ma l’Osservatorio punta a ripristinare il tracciato in galleria rispetto a quello all’aperto anche puntando al fatto che si è già in possesso di tutte le autorizzazioni, facendo forza anche sul fatto che ora questo territorio “Langa del Barolo” è diventato sito dell’Unesco. Il presidente dell’Osservatorio Silvio Veglio chiede che in ogni caso tutte le valutazioni necessarie per il completamento del progetto siano confrontate con quelle già autorizzate sulla galleria pesando costi-benefici.
Richieste che per ora non hanno trovato risposta né da Cirio né dai ministeri e che il concessionario non ha preso in considerazione.