Roma – Scuole sempre chiuse, con didattica a distanza, nelle zone rosse, mentre negli altri casi gli enti locali hanno la facoltà di chiudere gli istituti quando si supera la quota di 250 casi ogni 100.000 abitanti, a prescindere dal colore delle zone. È questa la novità principale contenuta nel primo Dpcm firmato da Mario Draghi, che sarà in vigore dal 6 marzo fino al 6 aprile.
Le scuole. Il governo ha recepito le indicazioni del Cts e ha deciso quindi di chiudere le scuole di ogni ordine e grado in modo automatico in zona rossa, mentre nelle altre aree (gialle e arancioni) saranno i governatori e i sindaci a decidere l’eventuale chiusura delle scuole in caso di aumento dell’incidenza dei casi nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100.000 abitanti nell’arco di 7 giorni, in caso di presenza certificata di casi da variante o nel caso di incremento improvviso di contagi nell’ultima settimana. La restrizione può essere applicata anche solo a singole aree o Comuni dove si verifichino queste condizioni.
Il Dpcm è stato presentato dai ministri della Salute e degli affari regionali, Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini, dal presidente del consiglio superiore della Sanità, Franco Locatelli e dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
Cinema, teatri, impianti sportivi. Tra le altre novità la possibilità di riapertura, invece, di cinema e teatri, a partire dal 27 marzo e nelle zone gialle, rispettando protocolli di sicurezza e salvo peggioramenti della curva epidemiologica. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala. Rimangono chiusi palestre, piscine e impianti sciistici.
Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5, ma nelle zone bianche le Regioni possono rinviare l’orario di inizio, confermato il divieto di spostamento tra le regioni.