Limone – Il silenzio, poi le sirene dei battipista: è l’urlo del mondo dello sci e della montagna intera. A Quota 1400, oggi (20 febbraio), alle 16.30, un centinaio di persone, tra gestori del comprensorio, impiantisti, maestri di sci e operatori turisti ha aderito al flash mob di Arpiet Piemonte (Associazione regionale piemontese delle imprese, esercenti trasporto a fune).
“Siamo disperati – dice Antonella Zanotti, amministratore delegato della Riserva Bianca e consigliere Arpiet – le stazioni di sci hanno avuto cinque false partenze per le quali abbiamo lavorato come pazzi. A Limone è stato ancora più difficile perché, a causa dell’alluvione, si sono dovute riparare anche quaranta voragini sulle piste e danni agli impianti. Dopo tutto ciò siamo fermi e chiediamo un aiuto perché ora non possiamo andare avanti. Protestiamo anche per i 60 stagionali della nostra stazione che sono tutti a casa e per i quali speriamo siano previsti ristori”.
“L’anno scorso abbiamo fatturato 2 milioni di euro: – dice Pier Paolo Ballarè, direttore della Scuola Sci Limone – quest’anno nulla. Siamo fermi dal 9 marzo 2020: la Scuola non ha preso alcun ristoro e i maestri due ristori da 600 euro. Con l’apertura degli impianti potevamo forse rientrare di parte delle spese e, invece, ci hanno impedito di lavorare, dicendolo il giorno prima, nonostante i contingentamenti e i protocolli di sicurezza previsti”.
Oggi, lo scontento è stato manifestato anche al Tg3 itinerante della Rai che ha fatto tappa sulle nevi deserte e silenziose di Limone, ai piedi della cabinovia Bottero. Il sindaco Massimo Riberi, alla conduttrice Chiara Pottini, ha detto: “Siamo gente di montagna e non ci piace piangerci addosso per questo abbiamo subito avviato i lavori di ricostruzione e ripristinato la cabinovia Bottero per la ripartenza prevista a Natale e che, invece, a causa della pandemia non c’è ancora stata”.