Cuneo – Sei uomini tra i 24 e i 33 anni, tra cui un cuneese, sono stati arrestati dalla Polizia di Cuneo per associazione a delinquere finalizzata a furti in abitazione, compiuti soprattutto nel riminese, nel forlivese e nel cesenate. Con le loro “trasferte” in Emilia Romagna, almeno una volta ogni due settimane, prendevano di mira le abitazioni indicate da un basista nella zona e adocchiate durante i sopralluoghi. Partivano da Magliano Alfieri e raggiungevano un casolare emiliano, da cui entravano in azione dopo aver cambiato targhe alle auto (di grossa cilindrata e rubate). Due i metodi per entrare nelle abitazioni: con effrazioni per le case in cui non c’erano persone, spesso a danno di famiglie facoltose, per portare via più materiale possibile (anche cassaforti che venivano “smurate” con un flessibile); oppure con l’inganno, se si trattava di anziani soli. Da questi ultimi si presentavano indossando pettorine e distintivi falsi dei Carabinieri, per cogliere la fiducia delle vittime e farsi aprire: una volta in casa, cercavano di portare via denaro e preziosi. I poliziotti della Squadra Mobile cuneese, coordinata da Pietro Nen, li hanno individuati con lunghe indagini nell’operazione “Sorvegliati speciali” e hanno riferito di un bottino di almeno 500.000 euro per gli otto colpi finora attribuiti alla banda, oltre a danni materiali per circa 100.000 euro. Per cinque di loro (tutti sinti piemontesi residenti in diverse province, con un ordine eseguito anche al campo nomadi di Cuneo) sono scattati gli arresti in carcere, per una sesta persona quelli domiciliari, sulla base delle misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Asti (il leader del gruppo era di Magliano Alfieri).