Da una parte il governo, che sembra indirizzato a tenere chiusi gli impianti da sci almeno fino a fine gennaio, dall’altra la conferenza delle Regioni, che ha da poco approvato una serie di nuove linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita. Il timore di un nuovo peggioramento dei numeri del contagio fa da contraltare al rischio di mandare in crisi un intero sistema, che porta un notevole indotto economico, lavorativo e sociale, con molte famiglie che vivono solo ed esclusivamente con il reddito percepito nei cinque-sei mesi invernali di attività. “Il protocollo è un contributo propositivo al governo – dice il vicepresidente della Conferenza e presidente della Liguria, Giovanni Toti – per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all’economia della montagna dei nostri territori”.
Un comunicato congiunto di Lombardia, Province autonome di Trento e Bolzano, Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Piemonte, tramite l’assessore Fabrizio Ricca, chiede di dare risposte certe e una data comune per l’avvio alla stagione bianca “alle tante realtà imprenditoriali che stanno partecipando in maniera corale al grande lavoro di preparazione e messa a punto degli standard di sicurezza per sciatori e addetti”. Tra le voci fermamente contrarie allo stop della stagione sciistica quella dell’onorevole monregalese Enrico Costa (Azione), che spiega come “sarebbe un gravissimo errore del governo liquidare la montagna con un tratto di penna su un Dpcm” anziché “affrontare i problemi trovando soluzioni equilibrate”. Un punto d’incontro per salvaguardare lo sci invernale è quello che si augura il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: “Dobbiamo trovare un punto di equilibrio, come stanno facendo in altri paesi. Lo sci è uno sport che si può praticare in sicurezza. Si potrebbe consentire l’attività sciistica, lasciando chiusi bar e ristoranti, una strada che dobbiamo percorrere insieme al governo”. “Bloccare l’apertura della ormai prossima stagione sciistica invernale – commenta l’onorevole Monica Ciaburro (Fratelli d’Italia) – sarebbe un dramma socioeconomico terribile per tutti i territori montani, ma non solo. Servono sicuramente dei protocolli seri e stringenti ma non può essere minimamente immaginabile che i comprensori sciistici restino chiusi”. Contro lo stop allo sci si sono schierati anche campioni quali Alberto Tomba, Gustav Thoeni e Federica Brignone, oltre a Uncem, Anci e le associazioni di categoria.