“La situazione nella nostra provincia è ormai insostenibile a a seguito dell’aumento dei numero dei casi di contagio e delle inefficienti procedure poste in essere per la gestione dei casi”. A denunciarlo è la Federazione italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) sezione di Cuneo.
“I Medici di Medicina Generale, in collaborazione con la Continuità Assistenziale, l’emergenza territoriale e le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) stanno in queste settimane operando oltre ogni limite e possibilità per far fronte all’emergenza sanitaria territoriale – scrivono in una nota a furia del segretario provinciale generale Luciano Bertolusso -. Oltre a tutte le altre patologie (che non sono scomparse e che rischiano di fare danni ancora peggiori se trascurate) i medici del territorio stanno seguendo casi di Covid 19 in numero decisamente superiore a quello dei ricoverati. Il fatto di curare e gestire a domicilio questi pazienti, meno gravi o con sintomi meno allarmanti, consente, almeno per ora, di evitare il collasso dei reparti ospedalieri.
Ma il peso delle richieste incongrue e le inefficienze del sistema rendono questo lavoro ogni giorno più difficoltoso e pesante, fino all’esaurimento fisico dei medici di medicina generale. I quali devono, ben oltre gli orari e i compiti legati e previsti dall’Accordo Collettivo Nazionale e dagli Accordi Integrativi Regionali e Aziendali, far fronte a una marea montante di richieste della popolazione.
Purtroppo una parte rilevante di queste richieste sono incongrue perché fanno riferimento a funzioni che il medico di medicina generale non ha: non ha poteri di sanità pubblica nel senso che non si può sostituire al SISP; non può, ad esempio, “liberare” i cittadini dalla quarantena o terminare l’isolamento ne’ “certificare” la guarigione. Non poteva, fino ad oggi, richiedere direttamente l’esecuzione dei tamponi molecolari (dovrebbe entrare in attuazione a breve la norma che lo consente, in particolari situazioni).
Queste funzioni il SISP non sta riuscendo ad attuarle, come sta fallendo il programma di tracciamento dei soggetti asintomatici, cioè quella strategia che era stata definita come la chiave di volta della prevenzione dell’esplosione della pandemia nel corso della seconda ondata; ormai ci si sta rassegnando, come nei mesi della primavera scorsa, a diagnosticare con il tampone i soggetti sintomatici.
Un’altra criticità importante è la difficoltà, anzi a volte l’impossibilità per i MMG di entrare in contatto diretto con il SISP: non è stata finora prevista una modalità (telefonica o di qualsiasi altro tipo) di comunicazione diretta, “garantita” e rapida tra MMG e SISP. E, stante il numero rilevante di informazioni che ci dovremmo scambiare, questo costituisce un ostacolo veramente rilevante. Infine ci duole segnalare come le stesse indicazioni fornite dal SISP ai pazienti siano a volte discordanti o francamente errate.
Tutta la strategia di raccolta e di gestione dei dati è basata sulla struttura informatica del portale regionale “Visura e tamponi MMG”, creato e gestito dal CSI. Tale portale è concepito e gestito in modo assolutamente inadeguato alle esigenze cui dovrebbe rispondere: la raccolta del dato è lenta e farraginosa, spesso richiede duplicazioni, non consente una rapida valutazione dei risultati, non distingue tra casi tuttora attivi e casi conclusi, non segnala le variazioni dei dati, non segnala la data in cui un determinato evento si è attuato o chi l’ha prescritto, non prevede che qualsiasi evento significativo (ad esempio la positività di un tampone) sia segnalato automaticamente al MMG e/o al paziente. Ne consegue che i MMG devono, su pressione comprensibile dei pazienti, consultare continuamente il portale alla ricerca dell’informazione. E il CSI si è dimostrato sinora sordo alle nostre ripetute richieste di modifica e aggiornamento.
Tutto questo avviene mentre sta partendo la più grande campagna vaccinale antinfluenzale mai realizzata, che presume numeri assolutamente rilevanti e che prevede l’impegno diretto dei MMG. I quali si stanno organizzando autonomamente per rispondere a questa sfida nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza, evitando assembramenti e programmando gli accessi con prenotazioni, magari usufruendo di strutture esterne agli studi medici. E ci auguriamo che, anche a questo proposito, il sistema di fornitura dei vaccini garantisca una adeguata risposta alle nostre necessità. In conclusione è nostro dovere segnalare a tutti lo stato di pressione insostenibile che la Medicina Generale sta sopportando, senza essere stata messa, nei mesi precedenti, nella condizioni di migliorare la risposta del territorio alla pandemia. Questo si sta traducendo nella sofferenza della Medicina Territoriale e dei Medici che vi operano. Se non verranno prese immediate e forti misure di supporto il filtro territoriale potrebbe cadere, e dopo di esso, cadranno le strutture ospedaliere e specialistiche”.