Può un’ideologia dividere persone cresciute insieme, amici che hanno condiviso la loro vita, e spezzare in un attimo consuetudini e affetti che nessuno aveva mai pensato di mettere in discussione?
La risposta è sì, senza alcun dubbio. La vita però non è (quasi) mai bianca o nera come l’ideologia, e riesce a germogliare, o almeno a provarci, anche dopo il passaggio della marea nera dell’odio che tutto distrugge e all’apparenza tutto rende inospitale. Patria, dell’autore spagnolo Fernando Aramburu, ha conquistato premi e lettori in tutto il mondo ed è la storia di due famiglie vissute da sempre in un paesino nei Paesi Baschi, unite da un legame profondo: Miren e Bittori sono amiche d’infanzia, i loro mariti, Joxian e il Txato sono inseparabili tra serate in osteria e gite in bicicletta; i rispettivi figli crescono insieme, quasi come fossero un’unica grande famiglia.
Txato, con la sua impresa di trasporti, viene però preso di mira dall’Eta che pretenda da lui sempre più soldi e infine lo condanna a morte come traditore. In paese non ci pensavano due volte e tutti tagliano i ponti con lui, senza sapere bene perché. Anche tra Joxian e Miren. Tanto più che il sospettato numero uno del suo omicidio sarà proprio il figlio dei suoi migliori amici. Anni dopo, Bittori decide di tornare in paese, per conoscere la verità dalla voce dei soli che la possono sapere e per farsi chiedere perdono prima che sia troppo tardi.
In un continuo e coinvolgente movimento nel tempo e nello spazio, le caselle della storia si inseriscono una ad una come in un mosaico, e disegnano l’impatto tragico dell’onda d’urto di un’ideologia nella vita delle persone comuni, nei loro affetti e nei loro sentimenti. Non ci sono vincitori, ma solo vittime. La storia di due donne, e di due famiglie diventa così il ritratto lacerante, ma non del tutto privo di speranza, degli uomini di fronte alla storia.
Patria
di Fernando Aramburu
Guanda
18,50 euro