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Lunedì 23 dicembre 2024

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Sorriso e gusto dell’assurdo

“Quattro storie in croce” di Luca Occelli

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Prima di leggere il libro di Luca Occelli è utile dedicare pochi secondi a sbirciare e ripensare all’avvertenza che l’autore stesso scrive. Lì si trova una preziosa indicazione che invita a accogliere queste “quattro storie in croce” anche  come un “copione per voce monologante”. Si capisce allora la forma che assumono questi quattro di racconti. Una forma chiaramente teatrale che va gustata in quanto tale avendo davanti magari una scena spoglia, sedia sgangherata con un tavolo da osteria, un bicchiere di vino (siamo in terra di Langa) e luci focalizzate sul quello scampolo di palcoscenico in cui l’attore/autore che racconta con parole a fior di pelle, frasi rapide come pensieri che fuggono dalla mente.

E si racconta di un paesino nel vallone Vacchino dove tutti sono contadini condannati quasi a viverci perché “da lì non si scappava”. In quest’aia assolata ecco Pedro: quattro anni, solo nel cortile con l’ordine “assoluto” di non far rumore perché è l’ora del riposo pomeridiano. Sono i suoi occhi, le sue parole a raccontare del paese, delle persone dei ricordi legati a luoghi. Poche pennellate con gusto, perché in teatro non c’è spazio per dilungarsi nella descrizione.

“Cambio immagine” e ritroviamo Pedro a dodici anni in partenza per la colonia marina. Questa volta a raccontare è la voce del narratore/compagno di vacanza. Giornate scandite da ritmi sempre uguali che a molti lettori rinnoveranno ricordi e emozioni. Poi ancora quel ragazzo cresciuto alle prese con il disordine dei pensieri. Infine il sipario cala improvviso lasciando il lettore quasi sospeso nella convinzione che sono veramente solo “quattro storie in croce”, ma narrate/recitate con la vivacità di un attore.

La seconda parte del libro raccoglie una manciata di testi in bilico sul “nonsense”, sui giochi di parole che qua e là lasciano trasparire ancora un ritratto di paese questa volta brulicante di persone nel giorno della fiera in attesa che  tutto ritorni com’era e “il parcheggio ridiventi prato”. Una “sera del dì di festa” senza malinconia, colta invece con divertita ironia come nei successivi fotogrammi verbali sempre percorsi dal sorriso e dal gioco dell’assurdo.

Quattro storie in croce
di Luca Occelli
Baima-Ronchetti
9 euro

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