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Sabato 2 novembre 2024

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Presidio dei lavoratori contro la chiusura della Stamperia Miroglio di Govone

Sono 151 gli operati attualmente impiegati nello stabilimento, il consigliere regionale Marello: "Non può finire così. Le istituzioni facciano la loro parte, la famiglia anche"

La Guida - Presidio dei lavoratori contro la chiusura della Stamperia Miroglio di Govone

Alba – Presidio dei lavoratori della Stamperia Miroglio di Govone questa mattina (venerdì 10 luglio) davanti alla sede del gruppo dove era in corso la trattativa dei sindacalisti con i vertici della società per protestare contro la scelta dell’azienda di mettere in liquidazione la stamperia.
La notizia della chiusura dello stabilimento fondata nel dopoguerra dalla famiglia Miroglio, che occupa oggi 151 lavoratori, ha destato grande preoccupazione in tutto l’albese. A prender posizione, con una lettera aperta, anche il consigliere regionale Pd Maurizio Marello, ex sindaco di Alba: “Con tutto il rispetto e la comprensione delle difficoltà che la proprietà si trova ad affrontare, mi permetto di dire che la comunità albese non può accettare questa decisione. Il Piemonte non può accettarla. Occorre reagire, aprire un confronto, trovare una via d’ uscita che preservi l’occupazione e salvi una storia nobile di questa terra. Non può finire così. Serve unità. Le istituzioni facciano la loro parte. La famiglia faccia la propria”.
In serata è arrivata anche la presa di posizione della Regione Piemonte, “Il primo passo che la Regione farà sarà mirato a sostenere la rioccupazione – hanno etto il presidente Alberto Cirio, il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore al lavoro Elena Chiorino -. Il contesto territoriale lo consente e questo sarà il nostro obiettivo principale per garantire a tutti un posto di lavoro. Nei prossimi giorni poi convocheremo un tavolo in Regione affinché gli ammortizzatori sociali per cessazione dell’attività vengano riconosciuti al più presto e contatteremo le banche del territorio affinché la cassa integrazione possa essere anticipata, evitando che i lavoratori perdano mensilità in un momento economicamente difficile per ogni famiglia”.

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