Cuneo – “È un mosaico, un puzzle, i cui pezzi si stanno lentamente mettendo a posto”. Così il dottor Claudio Blengini, vicepresidente dell’Ordine dei medici della provincia di Cuneo, riassume la situazione che stanno vivendo i medici di medicina generale (i cosiddetti medici di famiglia) in questa fase dell’emergenza coronavirus.
Esiste una fase 2 anche per i medici di medicina generale?
“La situazione clinica in Piemonte e in provincia di Cuneo sta migliorando – risponde il dottor Blengini -, ma questo non autorizza le autorità sanitarie regionali ad allargare le maglie della sicurezza, che potranno lentamente allargarsi man mano che il livello di rischio si abbassa. L’apertura degli ambulatori verrà più in là. Rimane indispensabile il ruolo del medico di base come collegamento tra il territorio e l’ospedale. È l’elemento centrale, il primo che può cogliere eventuali situazioni di rischio, indirizzare il paziente all’effettuazione del tampone, provvedere all’isolamento della persona infetta e tracciare i contatti che ha avuto”.
Ritiene che la disponibilità di tamponi sia sufficiente?
“La Regione si sta attrezzando per incrementarne la disponibilità e credo che a breve andremo a regime. Inoltre è sempre più attivo il coordinamento tra i medici territoriali e i servizi di igiene, che effettuano i tamponi”.
Quindi la parola d’ordine è sempre “prudenza”?
“Certo – conclude il dottor Blengini -. Non dobbiamo vanificare quanto di buono è stato fatto in questo periodo con comportamenti irresponsabili. Il distanziamento sociale e la mascherina quando questo non è possibile, o non è sempre assicurato, sono i capisaldi per la prevenzione del contagio. E poi, ai primi sintomi sospetti, contattare il proprio medico, che attiverà tutti i protocolli adeguati”.