Le regole vanno rispettate e fatte rispettare. Soprattutto quando ne va della salute di tutti. Ma le regole devono essere efficaci, finalizzate all’obiettivo per cui nascono e applicate con intelligenza, buon senso e rispetto delle persone.
Tra le tante limitazioni imposte (temporaneamente), ce ne sono alcune decisamente discutibili. Ma una è addirittura ridicola se non stupida, almeno per la nostra provincia. È quella che limita a 200 metri da casa la distanza ammessa per uscire di casa. Eppure sembra questa la norma su cui più si accaniscono i controlli delle forze dell’ordine (con esclusione di quasi – ma non tutte – le polizie comunali). Una norma che sta facendo esplodere un po’ ovunque liti e offre margini inaccettabili alle vendette cattive della delazione. Un fenomeno incivile e preoccupante. Ancor più preoccupa che ci siano forze dell’ordine che si muovono su queste segnalazioni. Sanzionare con cifre esorbitanti chi da solo o con qualche famigliare cammina in collina per passeggiare o per recarsi all’orto o alla vigna (e a Cuneo o nei paesi quasi tutti hanno un pezzo di terra che curano e coltivano da qualche parte) non ha alcun senso, se l’obiettivo che si persegue è quello di evitare assembramento e vicinanza. Eppure questo è accaduto e accade quotidianamente. E con la paura, tra la gente sta montando una rabbia astiosa che va a minare prima di tutto la fiducia proprio verso le forze dell’ordine e gli amministratori. Una rabbia che va sciolta al più presto.
Non a caso il governatore del Veneto quella norma l’ha semplicemente abolita. Presidente Cirio, perché non segue l’esempio del suo collega Zaia? O non lascia che siano i sindaci a decidere la distanza adeguata per i loro Comuni?
Forse troppi non hanno ancora chiaro che quella che stiamo vivendo è un’emergenza sanitaria, non di ordine pubblico. Da gestire quindi con metodi e approcci completamente diverse da quelli esclusivamente repressivi adottati fino ad oggi.