Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul momento che stiamo attraversando inviata al nostro giornale da pensionati Cisl e Cisl.
Siamo già al giorno dopo. Perché il presente lo stiamo vivendo in costante e preoccupante ritardo. A rincorrere un nemico che ci ha messi a nudo svelando tutte le criticità e le debolezze della nostra macchina pubblica. Siamo già al giorno dopo, quello nel quale non sarà più sufficiente la retorica degli eroi e delle bandiere. Siamo al giorno dopo, quando la “chiacchera” politica che divide presunti colpevoli da presunti innocenti non servirà. Servirà programmare senza dimenticare tutto quello che oggi stiamo vivendo. Dagli ospedali, alle reti domiciliari, alle case di riposo. Il nostro modello di sanità pubblica va ripensato e ridefinito partendo da qui. La salute pubblica va rimessa al centro perché quello che sta accadendo non riaccada di nuovo. Gli ospedali primo luogo di contagio in Piemonte con personale sanitario infetto a sua insaputa, case di riposo nelle quali in queste ore si sta consumando un dramma inumano. Anziani che muoiono alla spicciolata, proprio come in guerra. Coscienti, se ne vanno per insufficienza respiratoria. Sta succedendo in tutta la provincia. Ed, ancora una volta in ritardo, partiamo con i tamponi. Personale sanitario con contratto pubblico che corre a sostituire colleghi “privati” costretti a casa dal virus. Aziende pubbliche che integrano gli organici pescando dalle graduatorie per aumentare la dimensione di una coperta che negli anni tutti, proprio tutti, hanno contribuito ad accorciare, in nome di qualche risparmio che andrebbe fatto certo ma non sulla salute pubblica.
Abbiamo chiesto a gran voce, nelle sedi opportune, che si agisse per recuperare dpi a garanzia degli operatori sanitari. Ancora oggi i dispositivi sono carenti. E’ più di un mese che viviamo questa paradossale situazione. Avevamo richiesto i tamponi sul personale sanitario. Sono arrivati ora. Ma adesso è tardi. Troppo tardi. L’infezione corre ed ha già contaminato luoghi che dovevano essere garantiti.
Continuiamo a chiedere che Verduno apra davvero con i posti di rianimazione! Serve, anche in un contesto nel quale l’onda per ora sembra essersi addolcita, ma tornerà in autunno, avere un nuovo ospedale in grado di “pulire” gli altri. Consentire agli altri nosocomi della provincia di rimettere in ordine le loro sale operatorie. Come Sindacati Confederali siamo tra i promotori di un tavolo provinciale di regia per monitorare la situazione nelle rsa insieme ai soggetti di rappresentanza ed istituzionali interessati.
Ma vorremmo tornare agli anziani delle case di riposo. Se ne stanno andando così. In silenzio. Un popolo di gente per bene che ha contribuito a rialzare la nostra terra quando la guerra (quella con armi belliche) l’aveva messa in ginocchio. Hanno lavorato, lavorato e lavorato. E pagato le tasse. E poi ancora si stavano pagando la retta. Sono stati la “causa” del nostro benessere. Ci hanno guardato i nipoti sino che hanno potuto, poi lì abbiamo chiusi in quelle strutture per poterci consentire di rincorrere i ritmi frenetici delle nostre vite moderne.
Servirà ripartire con serietà, trasparenza e competenza. In nome di tutti i “caduti” di questo maledetto virus che nella sua sciagura di dà l’opportunità unica di ridisegnare le nostre vite. Ripensarle costruendo un sistema che si prenda cura della persona. Basta affabulatori, in politica, nella società, nell’economica, anche nel sindacato. Persone preparate e culturalmente presentabili. Saranno loro il motore del nuovo rinascimento.
CISL Cuneo
Pensionati CISL Cuneo