Il Coronavirus, ormai lo abbiamo capito tutti, sta mettendo a dura prova l’intero pianeta. Chiusure e confinamenti nazionali sembrano mettere in sospeso i tempi, le politiche, la geografia e la percezione di appartenere ad una comunità più ampia. Ma, il coronavirus sembra aprire spazi inediti anche a movimenti geopolitici inquetanti.
Prendiamo ad esempio il nostro Paese, interessante penisola che si allunga al centro del Mediterraneo. Colpita duramente e precipitata, prima fra tutti i Paesi europei, in una catastrofe sanitaria senza precedenti, stenta a far scattare la solidarietà sociale ed economica dell’Unione europea.
Intanto arrivano in aiuto all’Italia Paesi che non guardano certo con simpatia a questa Unione europea. Anzi, sono Paesi che perseguono, sia in politica interna che sullo scacchiere internazionale, politiche ben definite, in contrasto con quelle dell’Unione e dei suoi “valori”.
Russia e Cina, in particolare, hanno portato in Italia, con calcolato tempismo, materiale, medici e conoscenze. Gli Stati Uniti, ora più colpiti che mai, stanno invece dimostrando impenetrabile lontananza. Ma non era stato, poco tempo fa, proprio il presidente Trump a dire “L’Italia starebbe molto meglio fuori dall’Ue” ?