Roma – Dopo decenni di accoglienza, di lotta, di solidarietà e di impegno a fianco e in favore degli ultimi le comunità di Emmaus – il movimento internazionale fondato dall’Abbé Pierre che da più di 70 anni accoglie in maniera incondizionata persone con difficoltà di tipo economico, sociale e umano – rischiano di chiudere definitivamente per l’impossibilità di proseguire con le proprie attività di autofinanziamento, attualmente interrotte a causa dell’emergenza imposta dalla diffusione del Coronavirus. In Italia sono attualmente 18 le comunità diffuse dal nord al sud della penisola impegnate ad accogliere gratuitamente più di 200 persone, servizio utile a far risparmiare ogni anno alla collettività più di 5 milioni di euro, ma anche di contribuire al finanziamento di atti di solidarietà a livello locale, nazionale e internazionale a sostegno verso chiunque si trovi in condizioni di miseria e di sofferenza o che rischi la vita nelle zone di guerra o nel tentativo di attraversare il mar Mediterraneo: poveri che aiutano altri poveri senza dover chiedere niente a nessuno. L’attività di autofinanziamento sulla quale si fonda Emmaus fin dalle sue origini è quella dell’economia circolare, che si sviluppa attraverso un servizio di raccolta di materiale a domicilio che viene in tal modo rivalorizzato. Oggi questo circuito virtuoso rischia purtroppo di arrestarsi se, nelle prossime settimane o mesi, le comunità non potranno riprendere la loro consueta attività.
Per questa ragione Emmaus lancia un appello a cittadini, organismi pubblici e privati, per chieder loro sostegno in questo momento di estrema difficoltà con donazioni in denaro affinché non si fermino l’accoglienza e la solidarietà, permettendo così di uscire dall’emergenza e di ripartire nel momento in cui questa sarà terminata. Al Governo e alle istituzioni politiche nazionali, regionali e locali Emmaus si rivolge per poter usufruire in questo frangente di profonda criticità, di agevolazioni e scelte di sostegno economico, al pari delle tante altre realtà del terzo settore, che rappresentano una parte importante ed essenziale del sistema sociale italiano, senza il cui impegno centinaia di migliaia di persone rischiano di ripiombare nella miseria e in situazioni di grave disagio. Un appello per far sì che non siano sempre i più poveri e chi è più in difficoltà a dover pagare il prezzo più alto in ogni situazione di crisi. “Da parte nostra – spiega Franco Monnicchi, presidente Emmaus Italia – ci impegniamo a restituire, in termini di accoglienza e di solidarietà, e in modo che nessuno possa essere lasciato indietro, tutto ciò che ci sarà donato; una volta finita l’emergenza, potremo così tornare all’autofinanziamento che ci ha sempre caratterizzato e di cui andiamo fieri”.
Si può contribuire facendo una donazione sul conto corrente bancario intestato a Emmaus Italia:
IBAN: IT 52 H 05018 02800 000011012879
Causale: Contributo per la solidarietà-Coronavirus
(le erogazioni liberali potranno essere detraibili dalla dichiarazione dei redditi nelle percentuali consentite dalla legge)
per informazioni: info@emmaus.it