Perché il virus si diffonde così in fretta?
La diffusione del contagio, almeno in un primo momento, ha avuto un andamento esponenziale. Di questo termine in passato si era fatto un vero e proprio abuso, spacciando per “crescita esponenziale” anche un aumento di pochi punti percentuali. Forse dopo questa terribile esperienza lo useremo con più cognizione di causa. In realtà abbiamo a che fare sovente con questi tipi di andamento: pensiamo ad esempio ad alcuni video spiritosi che, poche ore dopo essere stati messi su Internet, tramite la sola forza del passa parola arrivano in tutto il mondo.
Ma sono esponenziali anche le reazioni nucleari: quando avviene l’innesco nel primo nucleo si sprigiona un’energia tale da innescare la reazione in altri nuclei, e così via, in modo incontrollabile. E si potrebbe continuare parlando di incendi, di virus informatici, ecc.
Per il coronavirus non poteva essere altrimenti, dato il meccanismo con cui si propaga: è stato calcolato che ogni persona trasmette il virus a 2,5 altre persone (il tasso di diffusione viene generalmente indicato con R0); che a loro volta lo trasmettono ad un numero complessivamente pari a 2,5 al quadrato; al passaggio successivo diventano 2,5 al cubo, e così via. Quello che cambia, incrementandosi di uno ad ogni passaggio, è l’esponente, e bastano pochi calcoli per capire come si evolvono i numeri: al 19° passaggio sarebbe coinvolta una popolazione pari a quella italiana. Perché “sarebbe”? Perché nella realtà, mano a mano che il fenomeno evolve, diventa più probabile che i soggetti potenzialmente contagiabili lo siano già stati in precedenza, e il virus rallenta la sua diffusione; R0 scende man mano da 2,5 a valori più bassi, fino a diventare inferiore a 1, e a quel punto il fenomeno tende “naturalmente” ad esaurirsi.
Se riportiamo su un grafico cartesiano le due curve (fig. 1), vedremo che la prima sale indefinitamente e con una inclinazione sempre più vicina alla verticale; la seconda all’inizio segue la prima, poi se ne discosta modificando la sua inclinazione, fino a raggiungere un andamento quasi orizzontale (quando il contagio si è concluso).
Però, prima che ciò succeda, risulterebbe contagiata la gran parte della popolazione, con la terribile conseguenza di un numero impressionante di morti (si stima circa il 3,5% della popolazione: in Italia vuol dire circa 2 milioni di persone), per lo più tra le persone anziane e fragili, come abbiamo già avuto modo di constatare.