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Lunedì 4 novembre 2024

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Cosa si intende per “picco” dell’epidemia?

È evidente che il sapere di aver superato il momento di massima gravità infonderebbe speranza a tutti noi

La Guida - Cosa si intende per “picco” dell’epidemia?

Cosa si intende per “picco” dell’epidemia?

Molti, per rendere l’idea di ciò che stiamo vivendo in questi giorni, fanno la similitudine dell’onda di piena, che continua a salire e non si sa fino a quanto, e fino a quando.
In realtà i due fenomeni sono piuttosto diversi. Intanto l’onda di piena è causata da un fenomeno di pioggia che per sua natura esaurisce i suoi effetti al termine dell’evento piovoso. Il virus invece si diffonde, e continua senza fermarsi perché trae la sua forza proprio dalla tramissione a nuovi individui. In termini matematici il primo è un fenomeno di propagazione, mentre il secondo è un fenomeno di diffusione.
Ciò nonostante la domanda di tutti, in questo momento, è: quando ci sarà il “picco”? A livello psicologico l’inconsapevolezza di cosa ci attende incute paura e senso di insicurezza, mentre è evidente che il sapere di aver superato il momento di massima gravità infonderebbe speranza a tutti noi. I numeri ci stanno governando, c’è poco da fare.
Per tentare una risposta bisogna prima intenderci su cos’è il picco, perché ci sono almeno due significati diversi.
Il primo prende a riferimento il numero totale di contagi, che ovviamente non può che essere sempre crescente. Gli incrementi giornalieri nei contagi invece, anche se finora sono sempre cresciuti, sono destinati a raggiungere un massimo e da quel momento, si spera, a decrescere fino ad azzerarsi. È un picco che misura l’andamento del contagio. All’inizio di questa settimana sembrava che fossimo prossimi a raggiungerlo, ma i dati del 18 e del 19 marzo hanno costretto tutti a rivedere le stime. Non dovrebbero mancare molti giorni, comunque.
Il secondo invece considera il numero di soggetti attualmente positivi o, meglio, il dato ad esso correlato degli ospedalizzati (circa il 60% dei positivi). Questo numero comincerà a decrescere quando il numero giornaliero di decessi, sommato a quello delle persone dimesse, supererà quello delle persone che necessitano un ricovero. È un dato più tecnico, ma di grande rilevanza, perché da esso dipende la capacità delle nostre strutture sanitarie di reggere il peso di questa emergenza. Purtroppo la data di questo picco appare più lontana.

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