Limone – Dopo una trentina d’anni, il 25 febbraio (martedì grasso) torneranno in paese Côrel, l’elegante capo della festa armato di sciabola, Arlecchino, i due turchi (i turc), Bârba Vecc e Mâgna Vegia, i giardinieri, il medico, Lazard (il giustiziere)… e Zândumeni carlevur (il giustiziato).
“Quella del carnevale era una tradizione limonese che rischiava di andare persa – spiega la vice sindaca Rebecca Viale Verrà -. Quest’anno viene ripresentata al pubblico perché, tra i progetti dell’amministrazione comunale, c’è la volontà di riscoprire gli aspetti più importanti della nostra cultura”.
Per l’organizzazione della manifestazione, che introdurrà alcuni elementi “moderni”, è stato lanciato nelle settimane scorse un appello alla collaborazione. Hanno risposto in una cinquantina che parteciperanno alla parata in costume, cui si aggiungeranno i ragazzi delle scuole locali e della Scuola Sci Limone che distribuiranno caramelle e cioccolatini Venchi al pubblico.
L’appuntamento è, alle ore 17, in piazza Henry Dunant. Di qui comincerà la manifestazione con la sfilata e lo svolgimento dei vari momenti. Tra i più gustosi in programma, la lettura del testamento di Zândumeni: “Nel carnevale rappresenta lo scemo del paese, ma dal documento, letto ad alta voce dal notaio, il personaggio risulterà ironico e spiritoso, capace di prendere in giro le autorità locali, e tutt’altro che scemo”, racconta Viale.
Seguirà la decapitazione del povero Zândumeni da parte di Lazard; la testa sarà messa sulla punta della sciabola e incendiata.
Nell’evento non mancheranno musica e balli tradizionali e l’offerta di “vin brulé” a cura della sezione locale della Cri in piazza Dunant.