Sant’Albano Stura – Due truffe realizzate intorno alla stessa macchina agricola; il venditore avrebbe diminuito il prezzo in fattura per evadere l’Iva, mentre l’acquirente, un imprenditore agricolo, avrebbe gonfiato quello stesso importo per poter ottenere contributi dalla Regione. I fatti risalgono al 2010 e furono scoperti dalla Guardia di Finanza di Saluzzo in un controllo sulle fatture emesse da S. P., titolare di un’officina di riparazioni a Sant’Albano. Dai controlli eseguiti dai militari, risultava che per la vendita di un elevatore S. P. aveva emesso una fattura da 47.000 euro, mentre la copia dell’acquirente (S. B., imprenditore agricolo di Racconigi) riportava la cifra di 103.000 euro. Il meccanico aveva ammesso la propria responsabilità accedendo al rito alternativo, mentre S. B. è ora a giudizio per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; il contributo regionale per lo sviluppo rurale prevedeva infatti un contributo per 38.000 euro. Per lui l’accusa ha chiesto la condanna a due anni e sei mesi di reclusione. La difesa ha invece chiesto l’assoluzione per il proprio assistito, sostenendo che a fronte del versamento di assegni per un complessivo di 123.600 euro comprensivi di Iva, non c’è alcuna prova che l’imprenditore si sia fatto restituire in contanti parte della somma, poiché quello era effettivamente il prezzo per quel tipo di macchinario e non era stata riscontrata alcuna irregolarità nella contabilità di S. P. L’udienza è stata aggiornata al 6 febbraio per la sentenza.