Cuneo – È iniziato oggi 7 novembre, in Tribunale a Cuneo il processo a P.R. e C.R. due fratelli titolari insieme alla madre G.M., di un allevamento di suini di Fossano, accusati di aver somministrato un sulfamidico a un piccolo suino destinato al consumo alimentare. I controlli, effettuati a campione dal servizio sanitario della Asl Cn1, riscontrarono la mattina del 16 ottobre del 2018, presso un macello di Villafalletto, una quantità di sulfamidico superiore a quella consentita in uno dei 4 piccoli suini portati al macello dalla ditta fossanese. Il prelievo era stato effettuato dal veterinario dell’Asl Cn1 aiutato dal tecnico della prevenzione della Asl. Il sulfamidico è un farmaco che non viene iniettato ma mescolato nel pastone alimentare che viene quindi definito alimento medicato. Questa somministrazione, che serve a prevenire nei giovani animali alcune malattie, deve però essere sospesa almeno sette giorni prima della macellazione, in modo da eliminarne le tracce nel sangue; la sua presenza potrebbe causare nell’uomo una resistenza ai farmaci. La difesa dei titolari dell’azienda ha però rilevato alcune imprecisioni nell’identificazione dell’animale soggetto alla campionatura. Il medico veterinario ha verbalizzato che si trattatava di un animale di 60 giorni mentre quel suino era di 78 giorni. Inoltre nella verbalizzazione si faceva riferimento al prelievo effettuato davanti alla titolare dell’azienda, M.G., che invece da quanto riferito oggi in aula, non era fisicamente presente al momento del prelievo. Il consulente di parte ha indicato come possibile causa della positività una contaminazione dell’alimento medicato nel pastone somministrato agli animali, fermo restando che per la difesa non è certo che l’animale su cui è stato eseguito l’esame appartenga all’azienda fossanese, dato che quel giorno anche un’altra azienda aveva portato alcuni sui animali al macello. L’udienza è stata rinviata al 23 gennaio per le conclusioni e la sentenza.