Mondovì – Si è concluso oggi al Tribunale di Cuneo il processo per lesioni colpose a carico di P.L e A.L., i due titolari di una ditta edile ligure e di M.S., loro dipendente e capo squadra del cantiere. I tre sarebbero i responsabili dell’incidente occorso ad un dipendente che perse il dito di una mano mentre lavorava con la sega circolare.
I fatti risalgono al settembre del 2013, quando la ditta era impegnata in un cantiere di manutenzione dei piloni autostradali nella zona di Mondovì. Quel giorno il giovane operaio, anche se non era addetto all’utilizzo della sega circolare, la usò per tagliare dei cunei di legno e si tagliò un dito. Fu il capo squadra in persona a portarlo subito all’ospedale di Mondovì, da dove venne poi trasferito a Torino e solo più tardi venne sporta denuncia. Secondo l’accusa questo comportamento di fatto intralciò il normale corso delle indagini dello Spresal che non potè visionare il cantiere e la macchina che causò l’incidente e non potè raccogliere nell’immediatezza dei fatti, la testimonianze degli altri operai. Secondo l’accusa, il capo squadra avrebbe dovuto chiamare l’ambulanza e sporgere immediatamente denuncia; se non lo fece è perchè si voleva nascondere la reale dinamica dell’evento. Solo dopo parecchi mesi, su richiesta della Procura, venne inviata una foto della sega circolare in dotazione alla ditta: una macchina sprovvista del coperchio di sicurezza che protegge la lama e che si alza solo al passaggio del legno da tagliare.
Secondo l’accusa quella era la sega su cui era avvenuto l’incidente, mentre per la difesa era solo una delle seghe in dotazione alla ditta e che era senza coperchio di sicurezza perchè in manutenzione; “Se lo Spresal si fosse recato al magazzino della ditta – ha detto in aula la difesa dei due titolari – avrebbe potuto constatare che quella macchina non era la stessa dell’incidente”.
In udienza si è inoltre dibattuto sul perchè quel giovane operaio addetto ad altre mansioni, avesse utilizzato la sega circolare, contravvenendo alle direttive del capo squadra che lo aveva incaricato di altri lavori. Secondo due operai ascoltati in aula, altre volte quell’operaio aveva utilizzato la sega. Circostanza smentita dal capo squadra che ha ribadito questa mattina di aver sempre dato chiare direttive a tutti circa le rispettive competenze: “C’era solo un carpentiere che poteva usare la sega circolare. Ognuno di noi è formato per detrminati lavori e quell’operaio non poteva usare la sega. Altre volte mi aveva chiesto di fare lavori per i quali non era formato e io glielo avevo proibito”.
Per P.L. – responsabile del piano di sicurezza – l’accusa ha chiesto la condanna a 4 mesi di reclusione, mentre per A.L. e M.S., rispettivamente dirigente responsabile del cantiere e caposquadra del cantiere, l’accusa ha chiesto la condanna a 6 mesi di reclusione.
Il Giudice ha assolto P.L. e ha condannato gli altri imputati a 2 mesi di reclusione.