Saluzzo – “Volevo conoscervi di persona perché è grazie a voi che sono qui”. Queste le parole pronunciate da Alessandro Filippi che, pochi giorni dal traguardo della maturità conseguita all’alberghiero di Mondovì, ha voluto ripercorrere insieme alla sua famiglia le tappe cruciali di quei due anni trascorsi dal tragico incidente nel sottopasso di Mondovicino che porta all’imbocco della Torino-Savona andando a conoscere gli angeli che lo hanno salvato.
Era infatti il 6 novembre 2017, quando Alessandro appena uscito da scuola insieme ai compagni era salito in auto diretto a casa. La pioggia forte fece sbandare la macchina guidata dall’amico Giuseppe che finì frontalmente contro un mezzo pesante.
Quel pomeriggio, subito dopo l’incidente, Luigi Silimbri, direttore della struttura Emergenza territoriale 118 della provincia di Cuneo e Giampiero Alagna, medico anestestisa dell’Asl CN1 operante presso il Santissima Annunziata, furono i primi ad arrivare sul luogo dell’incidente.
“Eravamo diretti ad un corso di formazione e visto l’incidente ci siamo fermati. I soccorsi erano stati già attivati– afferma Silimbri – con gli occhi lucidi nel ricordare il fatto. Ho ritelefonato in centrale per dare maggiori specifiche sul caso poi insieme al collega Alagna abbiamo dovuto attendere perché il corpo di Alessandro era incastrato nell’abitacolo. Intanto arrivò anche l’equipaggio del 118 e tutti insieme abbiamo cercato di fare il meglio per stabilizzare il ferito prima del trasporto in codice rosso al Santa Croce”.
Alessandro Filippi, oggi ventenne, rimase 23 giorni in Rianimazione a Cuneo e poi venne trasferito per la riabilitazione al Centro “Cardinal Ferrari” di Fontanellato. Accanto a lui la famiglia, che gli ha sempre garantito il massimo sostegno. Un percorso lungo e impegnativo quello riabilitativo che ha condotto Alessandro a riprendere una vita normale fino a riuscire a diplomarsi all’Istituto Alberghiero di Mondovì.
“Non mi ricordo nulla di quanto accaduto né di chi mi ha soccorso – afferma Alessandro – per questo ho voluto ringraziare di persona quanti mi hanno salvato la vita guardandoli negli occhi e consegnando loro un riconoscimento”.
La commozione dei familiari è tanta mentre Alessandro abbraccia medici e infermieri che erano presenti quel giorno e a cui racconta le difficoltà che ha dovuto superare e i mille traguardi che è riuscito a raggiungere nel suo percorso di riabilitazione. Domani avrò un’altra visita e Fontanellato e poi potrò valutare quali obiettivi pormi per il futuro: fare lo chef o continuare a studiare iscrivendomi all’accademia internazione per cuochi.
“Il più grande riconoscimento– ha concluso Silimbri – è il vederti qui in mezzo a noi: questo è il risultato del lavoro che facciamo ogni giorno con passione”.