Cuneo – Il passato che ritorna, il nuovo che non sta portando nella direzione auspicata, il rischio di veder crollare conquiste di un secolo: è stata questa una delle tesi di fondo esposte da Tito Boeri, economista e docente alla Bocconi, ex presidente Inps (da fine 2014 al febbraio scorso), intervenuto a Cuneo nella serata di ieri (venerdì 28 giugno) per l’incontro “Lo Stato sociale ai tempi del populismo”, nel ciclo di iniziative del “think tank” Combinarelementi, che fa capo a Chiara Gribaudo, deputata Pd.
Boeri ha tracciato una sintesi, tra storia e sguardo internazionale, sul fenomeno dei populismi, su questa “ideologia leggera che semplifica e divide la società in due blocchi omogenei e contrapposti: il popolo e l’élite (indicata come corrotta), senza alcuno spazio per ciò che sta nel mezzo”. La demonizzazione – e la demolizione – dei corpi intermedi, dall’associazionismo ai sindacati e dalle istituzioni religiose alle diverse forze sociali, porta a un’affermazione piena di chi si pone come “rappresentante del popolo”, ma in realtà effettua un “assalto” senza precedenti a tutte le istituzioni, secondo l’economista milanese.
“È già successo in passato che il mix di globalizzazione, immigrazione e recessione si trasformasse in rischio di disgregazione delle strutture pubbliche nelle democrazie avanzate – ha ricordato Boeri -, ma queste hanno saputo rispondere alle domande e ai cambiamenti della società con la creazione di un sistema di protezione sociale delle persone più deboli. Oggi questo sistema sembra non funzioni più, sembra andare in crisi”. Le risposte devono venire dalla politica e dalla società, dalla capacità di “difendere i corpi intermedi, fondamentali per difendere le responsabilità sociali a tutti i livelli e quindi la democrazia; difendere i sistemi e le istituzioni di bilanciamento dei poteri; parlare seriamente delle grandi sfide, prima fra tutte l’immigrazione”.
L’ex presidente Inps ha anche indicato numeri e dati sul ruolo delle persone di origine straniera nel nostro sistema sociale, con un saldo attivo sui conti Inps nell’ordine dei sette miliardi di euro, per indicare che la corretta e intelligente gestione dei fenomeni (invece di un’ideologia che alimenta paura e scontro sociale) diventa convenienza economica e garanzia di futuro, per i singoli Stati. Non solo singoli: Boeri auspica anche un sistema armonizzato a livello europeo sulle prestazioni sociali (ad esempio, per tenere traccia di tutti i versamenti effettuati da un lavoratore nei Paesi in cui lavora), come proposto da lui nel periodo ai vertici dell’Inps.