Cuneo – Altroché Cipe e via libera ai cantieri dall’estate. L’Asti-Cuneo è ferma al palo e chissà che cosa ne sarà della conclusione dell’autostrada cuneese. La Guida aveva già annunciato che all’ordine del giorno del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, di giovedì 4 aprile la questione Asti-Cuneo non ci sarebbe stata. Ed è stato così, se ne accennato fuori sacco ma non come revisione del progetto e via libera per l’iter che avrebbe portato all’inizio dei lavori in estate, come promesso dalla visita a Cuneo del premier Conte e del ministro Toninelli. A chiusura del Cipe c’è stata un’informativa “sullo stato di avanzamento di un’indagine conoscitiva delle tariffe autostradali e dei rapporti con il concessionario”. Conte non si è espresso, Toninelli ha spiegato che sulla proposta presentata a Cuneo non ci si può ancora muovere perché si è in attesa dei pareri dell’Art, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, e del Nars, il Nucleo di consulenza per l’Attuazione delle linee guida per la Regolazione dei Servizi di pubblica utilità che è l’organismo tecnico di supporto alle attività del Cipe in materia tariffaria, che è un parere vincolante. Ma le parole più preoccupanti sono state quelle del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giogetti che ha confermato che il vero tema è il valore di subentro con possibili problematiche legate alla concorrenza. Dunque il Cipe ha annunciato di programmare un Cipe straordinario per il 19 aprile ma solo per la questione del Brennero, dell’Asti-Cuneo nemmeno l’ombra. Le parole di Giorgetti centrano il fulcro del vero problema confermato dalla rappresentanza italiana presso la Commissione Europea che scrive: “Qualora il valore di subentro risultasse eccessivamente elevato, esso rappresenterebbe di fatto un impedimento per altri potenziali operatori a partecipare alla gara per la riassegnazione della concessione alla sua scadenza con conseguente violazione, dunque, della normativa europea sugli appalti”.
“La Commissione Europea – dice la parlamentare Pd Chiara Gribaudo che ha assistito al Cipe con l’assessore regionale Francesco Balocco nella Sala Verde di Palazzo Chigi -non ha autorizzato nessun cambiamento degli accordi sull’Asti Cuneo e il Ministero non ha ancora inviato a Bruxelles nessun dato: dal Cipe di ieri sera è emerso che non si può costruire l’autostrada attraverso l’aumento del valore di subentro sulla A4: nei documenti del governo stesso si legge che potrebbe causare addirittura una procedura di infrazione europea. Ciò significa che il piano di Toninelli è bloccato e che sul moncone di Cherasco è stato girato dal premier Conte solo l’ennesimo spot elettorale, prendendo in giro istituzioni e cittadini cuneesi”.
La proposta Conte e Toninelli rispetto a quella Delri0 prevede di riportare al concessionario, il Gruppo Gavio, la scadenza della Torino-Milano al 2026 senza proroga di quattro anni, di far ritornare al 2045 quella dell’Asti-Cuneo e non 2030, ma soprattutto di raddoppiare il valore di subentro.
“L’A33 Asti-Cuneo non era nemmeno formalmente all’ordine del giorno – chiude la Gribaudo -. La rappresentanza italiana presso la Commissione Europea riporta non solo lo stuporeper la volontà di modificare un accordo già preso e firmato, ma anche l’avvertimento che un valore di subentro eccessivamente alto violerebbe la normativa sugli appalti e sarebbe respinto al mittente. Lo sospettavamo e adesso ne abbiamo la certezza: è impossibile alzare il valore di subentro sulla Torino-Milano a un miliardo di euro senza ledere la concorrenza nel settore autostradale. È un regalo inaccettabile al concessionario. Toninelli deve ritirare questa idea assurda e riprendere subito l’accordo firmato dal Ministro Delrio, che la Commissione europea aveva accettato e che consente di far partire i cantieri entro il 2019. Adesso basta scherzare”.