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Venerdì 22 novembre 2024

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Il governo blocca i medici piemontesi del 118

La Regione aveva stabilizzato gli oltre 80 medici che prestano servizio sulle ambulanze del 118 con contratti a tempo determinato

La Guida - Il governo blocca i medici piemontesi del 118

Cuneo – Il  Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento con cui la Regione Piemonte stabilizza gli oltre 80 medici che prestano servizio sulle ambulanze del 118 con contratti a tempo determinato.
La norma approvata dalla Regione lo scorso 17 dicembre dispone che i medici in servizio presso le strutture del sistema di emergenza-urgenza territoriale 118 con contratti a tempo determinato o comunque con rapporti di lavoro flessibile, e con un’anzianità lavorativa di almeno tre anni, possano accedere alle procedure di assegnazione degli incarichi convenzionali a tempo indeterminato anche senza aver superato il corso di Medicina generale ma solo quello di Emergenza territoriale. Questa possibilità resta comunque circoscritta agli incarichi del sistema di emergenza-urgenza e non prevede l’inserimento dei medici nelle graduatorie per la Medicina generale. Si tratta di personale che lavora già da anni all’interno del servizio del 118 ma che fino ad oggi non è stato possibile assumere a tempo indeterminato.
“Si tratta di un provvedimento necessario per evitare l’interruzione del servizio 118: continueremo dunque a difendere le nostre ragioni con il Governo e presso la Corte Costituzionale – spiega l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta -. La strada individuata dalla Giunta regionale è una soluzione di buonsenso, per altro condivisa in modo trasversale dal Consiglio regionale, a un problema che si ripropone da molto tempo. Il nostro obiettivo è infatti quello di garantire sia la continuità del servizio che la tutela dei medici impegnati. Il Governo gialloverde ci impedisce dunque di stabilizzare i nostri medici e mette a rischio un servizio indispensabile: non conosce la realtà piemontese e ha preferito impugnare la nostra legge invece di informarsi. Invito l’Ordine dei medici a far sentire la sua voce al nostro fianco”.

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