Cuneo – Mercoledì 23 gennaio Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Partito Democratico, si è recato a Cuneo presso l’Auditorium Foro Boario per presentare il suo programma in vista delle primarie previste per il 3 marzo. L’incontro è iniziato con una riflessione dell’ospite sui motivi della disaffezione degli italiani nei confronti delle forze politiche di sinistra. I motivi secondo Zingaretti sono stati molteplici, tra cui la scomparsa delle tradizionali classi sociali e le difficoltà del Partito Democratico di intercettare i cambiamenti di una società nella quale si è assistito alla crescita di divari politici ed economici. Dopo una parentesi sull’insostenibilità delle riforme proposte dall’alleanza giallo-verde il candidato alla segreteria ha parlato della pericolosità del reddito di cittadinanza, sostenendo la difesa del reddito di inclusione, vera riforma a sostegno della povertà. Successivamente in riferimento al caso di Lino Banfi, nominato rappresentate all’Unesco per l’Italia, si è aperto un focus sul valore dell’istruzione e del sapere. Zingaretti ha sottolineato che solo attraverso una ritrovata centralità della conoscenza, all’interno del nostro sistema politico-economico-sociale, si potrà creare un futuro reale per le nuove generazioni, offrendo valide opportunità lavorative che siano la vera risultante del livello di istruzione acquisito da ciascun giovane. La credibilità del partito democratico passerà, secondo il presidente della Regione Lazio, attraverso la tessitura di nuovi rapporti con la società civile, oltre al cambiamento dell’agenda politica attuale al fine di ritornare alla centralità perduta all’interno del panorama politico italiano. Alla fine dell’incontro Zingaretti ha fatto ammenda sul tema sicurezza, ammettendo quanto il Pd abbia gestito malamente il problema dell’insicurezza personale in un mondo iper globalizzato. Un ultimo appello è stato fatto dal candidato dem al lottare maggiormente per una nuova Europa, che metta al centro la difesa della persona contro l’economia globalizzata. Infine ha spiegato che il comitato ha scelto il nome “Piazza Grande” per rimarcare la centralità della lotta di piazza come metafora del ritornare alle origini, rimarcando così la vocazione sociale del Partito Democratico.