Gli appassionati sanno che l’unica rivale di Berlino in quanto a club dedicati all’elettronica e alla techno è Tel Aviv. Locali come The Block o Haoman 17 sono celeberrimi per chi ama quei suoni, ritrovabili anche in tanti festival all’aperto israeliani (come il Neverland in Alta Galilea) e persino a Gerusalemme (al Bass Club, ad esempio, o nei numerosi “street party” estivi).
Questo speciale background sonoro ha contribuito a creare l’asse musicale e l’ispirazione ambientale di “OCD Love”, andato in scena purtroppo solo il 29 settembre alle Fonderie Limone di Moncalieri per “TorinoDanza”. A realizzarlo la L-E-V Dance Companydi Sharon Eyal, la coreografa che qualche giorno prima aveva curato lo spettacolare défilé danzante di Dior alla “Fashion Week Paris”.
Reinterpretando a suo modo il metodo Gaga di Ohad Naharin (nella cui Batsheva è stata 18 anni), Eyal riesce in soli 55’, senza scenografie, costumi neri essenziali, luci quasi sempre fisse, a creare un crescendo formidabile di emozioni e sensazioni. Ispirandosi al celebre poema slam “OCD” dell’americano Neil Hilborn (che racconta in versi il “disturbo ossessivo-compulsivo” di cui soffre), l’artista nata a Gerusalemme costruisce con 5 strepitosi ballerini un lavoro ipnotico, spigoloso, teso e aspramente fisico, mostrando ossessioni, rituali e dinamiche di relazioni amorose decisamente tormentate.
Da segnalare Rebecca Hytting, autrice dell’impressionante assolo iniziale, e la colonna sonora in bilico tra toni nevrotici e aperture quasi classiche, suonata dal vivo dal producer/dj Ori Lichtik, pilastro della scena techno israeliana. Impossibile, ascoltando i suoi paesaggi sonori e ritmici, non muovere i piedi e/o la testa, nonostante il dolore di cui gronda questo splendido spettacolo.
“Love Chapter 2”, dedicato invece a ciò che succede dopo la fine di un amore, è stata proposto il giorno dopo, sempre a Moncalieri. Ovviamente un altro “tutto esaurito”.